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venerdì 30 dicembre 2011

Riflessioni di fine anno:Al mare o ai....Monti


Il grande liquidatore passa alla fase due. La prima si è già manifestata nella sua forma migliore, gravando sulle spalle del popolo italiano in maniera del tutto iniqua e per alcuni tratti addirittura spregevole.

Utilizzando come cassa di risonanza le parole del presidente Napolitano, vogliono farci credere che questa era l'unica via percorribile per uscire dal baratro di una situazione altrimenti irreversibile.

Ora, fermo restando che la situazione non ha una risoluzione immediata né tantomeno definitiva nella sua applicazione a meno che non si verifichi una inversione di tendenza internazionale, cosa alla quale non crede nessuno, ci chiediamo intanto se altre soluzioni non sarebbero state possibili.

Ricorrere alle elezioni, col rischio di legittimare nuovamente un sistema politico fallimentare e quasi demenziale, come abbiamo già scritto, figlio e nipote di una genìa nata marcia, di sicuro non appare la trovata migliore; ma addirittura consegnare ad un "curatore fallimentare" il futuro dei nostri figli ci sembra ancora più grave!

L'asse rappresantato da Banca-Finanza Internazionale e Vaticano, sostenuta senza condizioni da tutti gli schieramenti politici, nessuno escluso, neppure quelli che giocano al rialzo, tende attraverso il suo portavoce ufficiale, Dott. Mario Monti, a traghettarci verso una situazione senza ritorno.

Lo smantellamento graduale dello stato sociale, il posizionamento di retroguardia nei settori dello sviluppo, l'innalzamento dei balzelli e delle tasse, l'abbandono dei settori della ricerca e della cultura con conseguente svilimento delle risorse umane, lo stallo della riforma giudiziaria e penale (carceri come lager e processi "kafkiani") e tanto altro ancora rientrano perfettamente in quel processo di mondializzazione che rapidamente, nonostante le stesse implosioni che pare abbia generato, alle volte sfuggendo di mano agli stessi creatori, si accinge a compiere l'ennesimo passo di valzer. E tutto queste perchè, nessuno si illuda, in tutto questo "baillame", qualcuno raccoglie frutti che poi esporrà nelle proprie vetrine, il solito refrain "Comprare e Vendere-Vendere e Comprare".

Possibilità di una alternativa
Pensare che questa consegna di fatto che sancisce il primato dell'economia sulla politica possa essere la panacea per tutti i problemi non solo è pura follia ma nell'avvento del terzo millennio appare molto "riduttivo".

Confermata la logica internazionale che vorrebbe tutti i Paesi allineati davanti al nuovo corso dell'andamento finanziario e di conseguenza sugli assetti dei nuovi scenari geo-politici, non è detto che questa vada accettata senza alternative.

Il percorso più duro in questo momento tocca ai cosidetti Paesi occidentali, in quanto Stati come Cina, Russia, India sono notevolmente distanti da simili problematiche e i Paesi dell'area medio-orientale, pur subendo attacchi violentissimi in termini mass-mediali e non solo, hanno una strategia per ora diversa (Iran-Siria-Palestina-Afghnistan).

L'Africa è in notevole subbuglio, nuovamente dopo gli anni 60 e 70 e, con ogni probablità, rappresenterà il nuovo scacchiere sul quale ridisegnare o conclamare i nuovi tratti del sistema mondiale. La partita è ancora aperta con tutto ciò che ne fa parte, dalle istanze religiose fino a quelle relative ad ambiti che potrebbero fare di questa zona del mondo, anche grazie alla vicinanza con il Medio-Oriente, una santabarbara pronta a essere innescata.

Ma può L'Europa tutta continuare ad essere il ventre molle di questa situazione? Può rimanere solo il territorio per le grandi manovre dei potenti di turno che testano le loro direttive socio-economiche sulla speranza di 500.000.000 di uomini? E L'Italia non può ritrovare la sua funzione al centro del Mediterraneo per segnare una nuova via a tutta questa caotica situazione?

Riteniamo che sicuramente una Politica che guardi al nuovo possa ribaltare, se non fermare, questo processo distruttivo. Guardare al nuovo può voler dire trovare una formula moderna per affrontare il terzo millennio che preveda per esempio una riappropriazione dei territori su vasta scala, non più da concepirsi come adesso, usati da chi divide scambi e merci, ma sovvertendo tempi e modi, creando comunità di popoli che in maniera autonoma si sottraggono e si ricompattano in forme di gestione diversa, portando con sé valenze opposte alle attuali e fronteggiando in moltitudine le oligarchie di pensiero con modi e stili di vita non omologabili. Per esempio TERRA contro DENARO.

In Italia si potrebbe mettere in discussione l' attuale situazione, rimettendo in gioco il sistema politico, magari intervenendo intanto sulla forma costitutiva e sugli schieramenti partitici troppo obsoleti e troppo funzionali al potere (per tutti valga la nuova veste di Casini, il Mentana di Monti), stando attenti però a non cadere in trappole fin troppo note che tanta amarezza hanno portato in precedenti momenti politici. Ci riferiamo agli sgambetti tesi dalla teoria degli opposti estremismi, così organica al grande Centro e cosi devastante per un'intera generazione.

Se si riesce intanto a superare alcuni stantii recinti ideologici del secolo scorso e a lavorare su linee veramente innnovative è già un'ottima base dalla quale ripartire ma questo passa attraverso una spinta d'innovazione che presuppone un reale stacco dai suddetti recinti. Come abbiamo già ribadito altre volte, chi ancora s'illude di affrontare l'odierna sfida che si pone davanti con i soliti vecchi mezzi, ha già perso la sua battaglia.

Questo non significa ignorare secoli di analisi e teorie economiche politiche e sociali, che anzi è bene che siano alla base delle analisi attuali.

Ciò che però è da evitare è "ancorarsi" a certi pensieri e supportare dogmi, perchè questo limita prima di tutto sè stessi, svilendo le proprie capacità intellettuali e limitandole a schemi preconfezionati, e nel peggiore dei casi (come spesso avviene) l'azione politica si riduce ad essere rapprensentata da sterili frasi fatte, di cui spesso non si capisce nemmeno il senso.

In secondo luogo le gabbie ideologiche finiscono per avere effetti devastanti su intere generazioni (e soprattutto quelle prima di noi ne sanno qualcosa), creando divisioni in realtà inesistenti sulla base del colore, dei diversi slogan-frasi fatte di cui si parlava sopra, insomma soddisfacendo l'esigenza di riconoscersi in un certo ambiente e alimentando l'attaccamento ad una parte e l'odio verso l'altra che potremmo tranquillamente accostare a quello di un tifoso per una squadra di calcio.

Ma questo chiaramente non può essere politica, anzi, ha portato a divisioni tra gente che insieme avrebbe rappresentato e tutt'ora può rappresentare un temibile scoglio per il sistema e le sue logiche perverse.

Un primo passo quindi è il superamento dei proprio limiti e un'apertura a 360 gradi, verso analisi valide e modi di pensare e vivere che, pur essendo riconducibili "alla parte opposta", sono positivi.

L'importante, come più volte abbiamo detto, non è la bandiera, il simbolo o il colore ma i contenuti e le battaglie che si portano avanti ed è da questi che bisogna partire per ricreare una moltitudine e ricreare i confini della divisione, non più tra antimperialisti o tra anticapitalisti, ma unendo le forze contro questo sistema marcio che nei secoli ha sfruttato, ha diviso, ha plagiato le menti e modellato lo stile di vita di interi popoli.

A presto, Antonio.

venerdì 23 dicembre 2011

Solstizio

Tanto tempo fa, la notte del Solstizio, si accendevano i fuochi in montagna, si digiunava aspettando la mezzanotte e poi, lette le parole di rito, si beveva il vino aspettando il nuovo Sole. E ovunque, nella notte più lunga, fuochi e luci sfidavano il buio. Anche senza conoscersi si compiva un gesto simbolico che si ricollegava alla Tradizione.
Ora tante cose sono cambiate e pochi credono ancora nella battaglia tra la luce e le tenebre, in questa vita che pericolosamente ci trascina sembra che non ci sia più fede. Cosa c'è di piu grave della contemporaneità? Di una quotidianità dissolta? Eppure pensiamo che ancora bisogna resistere, che valga ancora la pena di battersi per le cose in cui abbiamo sempre creduto, per noi, per dare un esempio ai nostri figli.....perchè un destino si compia.
Sino a quando qualcuno terra "il fuoco" ci sarà speranza, le vie della Tradizione sono sconosciute, a ciscuno tocca la propria parte.
Abbiate coraggio, fate anche voi un gesto, combattete le tenebre! Tornate vivi.

Questo scritto è solo un piccolo sunto di una luce che ,per fortuna , arrivandomi mi ha riscaldato il cuore e il mio augurio è che accada ad altri.

"Come lupi, quando fuori fa freddo e tutti si chiudono nelle loro case calde, respiriamo il profumo della libertà''
A presto, Antonio!

mercoledì 14 dicembre 2011

A Gabriel, mio amico Senegalese, teologo coranico...una volta per tutte!

E' come una malattia devastante che non lascia scampo, che trova terreno fertile in corpi già minati e indeboliti, forse predisposti ad accogliere questo virus letale per sé stessi e per chiunque altro. Per potere meglio attecchire necessita di una componente fondamentale, la deficienza mentale, ove per deficienza si deve intendere la mancanza di capacità di riflessione e di ragionamento, che si trasforma in capacità di distorsione e di farneticazione e che porta a convinzioni sbagliate. Non solo, a questo già grave limite si deve aggiungere pure una notevole dose di mancanza di confronto con chi ti sta attorno, per motivi di natura personale, caratteriale, intellettiva o fisica e ciò genera una chiusura di prospettive umane senza ritorno, non riuscendo a comprendere altro da te. Ma la mancanza probabilmente più pesante è non avere mai sviluppato un minimo di quella sensibilità che di solito caratterizza chi nutre ideali sani, forti, sinceri. da trasmettere ad altri, che anzi sono il vero antidoto per certe forme virali. Così per chi ha in sé queste componenti negative, il solo avvicinarsi a certe letture diventa nefasto e crudele, questo sì, andrebbe impedito! Si eviterebbero episodi che non dovrebbero accadere mai. Se è pur vero che viviamo in un tempo in cui la follia umana degenarata si manifesta in maniera multiforme, non è logico assecondare, anzi è più nobile contrapporsi a tutto ciò, offrendo sé stessi agli altri e non eliminando gli altri, poichè questo non attiene a una visione del mondo tradizionale. Armonia, Bellezza e Vita sono il contrario di diseguaglianza, stupidità e morte.

P.S. Non è necessario che vi spieghi che la malattia della quale parlo è il razzismo, ho ripetuto volontariamente il termine "mancanza" per una dovuta sottolineatura.
Nelle, alle volte lunghe, mie chiaccherate con Gabriel ho capito la differenza tra chi guarda il mare verso l'infinito e chi no......!
A presto, Antonio Toscano

venerdì 9 dicembre 2011

BONJOUR EQUITA'

La manovra è stata approvata in tempi così tanto brevi che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di renderci conto di ciò che sta succedendo. Monti è arrivato a metà novembre e in 20 giorni è riuscito in ciò che i governi precedenti non hanno potuto fare: rispondere pienamente alle direttive europee relative alla colletta del sangue degli italiani; non di tutti ovviamente, solo di chi è abituato ad essere spolpato vivo, il solito ceto medio-basso.

Le parole d’ordine sono state chiare e precise: rigore, crescita ed equità.

Ora, sul rigore, nessun dubbio; queste riforme certamente sono fatte di sangue e lacrime amare.

Sarebbe invece utile capire cosa s’intende per crescita. Se aumenta la tassazione diretta e indiretta mentre le entrate familiari , senza contare l’incidenza delle tasse, restano invariate o addirittura diminuiscono, allora come ci potrà essere crescita?

Ma è l’ultimo punto che fa davvero ridere, guardiamo le principali novità per capire il perché.

--AUMENTO ACCISE SUI CARBURANTI. Gli effetti immediati li abbiamo avuti subito, andando al distributore. Per la benzina l’incremento è di circa 11 centesimi (Iva compresa), per il diesel di 13,6 cent, per il Gpl di circa 17 cent.

--IVA. Da Ottobre 2012 le aliquote Iva del 10% e del 21% saranno aumentate di 2 punti percentuali e da gennaio 2014 ci sarà un ulteriore aumento di 0,5 punti. Questo significherà aumenti su tutto quello che compriamo, sia che si tratti di beni di prima necessità sia di altri beni. Trattandosi di un’imposta indiretta, l’Iva riguarda indistintamente tutti quanti; quindi ovviamente grava sui ceti più deboli, cioè quelli su cui un aumento generale dei prezzi pesa tanto. Quindi, bonjour equità!

--ICI. Ritorna l’Ici sulla prima casa. Tempi nuovi, termini nuovi! Ora si chiamerà Imu (imposta municipale unica). Le aliquote saranno dello 0,40% sulla prima casa e dello 0,75 sulle altre.

E’ previsto un 60% di rivalutazione degli estimi catastali. Da notare che la Chiesa ne è ancora esente! Quindi niente tasse su tutti i suoi immobili, mentre il disoccupato o il pensionato dovranno mettere qualcosa da parte per la tassa sulla loro casa. Tra l’altro la stessa Unione Europea ha avviato delle indagini relative a questi privilegi immotivati che si risolvono in aiuti di Stato. Per ora la Chiesa, tra totale esenzione dell’Ici e Ires al 50%, guadagna almeno 2 miliardi all’anno.

--PENSIONI. Si passa dal sistema retributivo a quello contributivo. Questo significa che le pensioni saranno ora calcolate sulla base dei contributi versati e non più facendo riferimento alle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro.

Aumenta anche l’età per il pensionamento: per le donne è a 62 anni (dal 2018 andranno a 66 anni), ma potranno continuare a lavorare fino a 72; gli uomini già dal 2012 andranno in pensione a 66 anni e anche loro avranno la possibilità di lavorare fino a 70 anni. Per i lavoratori autonomi l’età sarà di 66 anni e 6 mesi per gli uomini e di 63 anni e 6 mesi per le donne.

Scompare la pensione di anzianità, ora si chiamerà anticipata. E per una pensione anticipata chiedono 41 anni e un mese di contributi per le donne e 42 anni e un mese per gli uomini. Fermo restando che chi sceglierà questa via sarà penalizzato.

Come dire, ormai è più semplice vincere al milionario che arrivare alla pensione! E non è catastrofismo, i numeri parlano chiaro. Già con l’attuale situazione del lavoro intermittente, flessibile o inesistente questi numeri sono da capogiro; se poi pensiamo che il prossimo anno ci aspetta un’altra stangata di riforma che certamente ne aumenterà la flessibilità (e questo potrebbe voler dire anche accogliere le spinte dell’Unione europea verso i licenziamenti facili), la pensione sarà solo un miraggio! Sui prossimi ritocchi le parole di Monti sono sufficienti: "certe riforme del welfare devono essere fatte attraverso la modifica dello statuto". Allora pensiamo ad un giovane neolaureto. Mettiamo che sia fortunato e che trovi lavoro a 26-27 anni, lo assumono a tempo determinato, 3 anni. Alla scadenza tutto da rifare, di nuovo alla ricerca, finchè non troverà di nuovo un’occupazione, ancora una volta a tempo determinato o magari a tempo indeterminato, ma tanto lo potranno licenziare quando vorranno. E ancora punto e d’accapo. Quale potrà essere la sua stabilità nel presente? Nessuna. E quanti contributi potrà versare per il suo futuro?

E’ poi previsto il blocco della rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione, blocco che riguarderà tutte le pensioni d’importo almeno doppio del minimo, 480 euro.

Sempre ispirati dall’equità, questi signori hanno poi aumentato i contributi per autonomi e agricoltori. Certo! Quale fascia potrà mai essere più forte e ricca di quella degli agricoltori? E’ proprio arrivato Robin Hood!

--GARANZIA STATO SU PASSIVITA’ BANCHE. Il ministero dell’Economia “è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni”.

--TRACCIABILITA’ 1000 EURO. I pagamenti in contanti non potranno più superare l’importo di 1000€. Questo in conformità ad una linea di tendenza volta a rendere sempre più astratti i pagamenti, per ricorrere a meccanismi che facciano riferimento a sistemi bancari.

--IRPEF. Guarda caso non è stata introdotta l’irpef del 46% sui redditi dai 75.000€ in su, eppure sarebbe stato un fattore di perequazione non indifferente. Ma Monti ha preferito accontentarsi di un meno equo aumento a livello regionale, dallo 0,9% all’1,23.

--TASSA SUI CAPITALI SCUDATI. Sarà dell’1,5% la tassa sui capitali scudati, alias di quei capitali ottenuti per lo più illecitamente all’estero. Questi capitali fino a qualche anno fa venivano normalmente “ripuliti” in Italia ricorrendo alla criminalità organizzata che chiedeva in cambio almeno il 40% dell’importo. Con Super Tremonti questi signori hanno avuto un maxi-condono, perché era lo Stato stesso a ripulirli….al 5%. Ora monti tassa con l’1,5%. Della serie:ci prendono in giro e lo fanno stando seri.

Sono poi previsti sgravi fiscali per le imprese che assumano giovani e donne e una riorganizzazione delle province volta ed eliminare gli sprechi. In realtà le avrebbero potute eliminare totalmente, dal momento che si tratta di scatoloni che servono solo a “sistemare” qualcuno e garantirgli uno stipendio senza dover fare molto.

Infine neanche l’ombra di una patrimoniale. I nostri supereroi hanno preferito togliere a chi già aveva poco piuttosto che adottare una politica di redistribuzione della ricchezza tassando i grandi patrimoni. Così facendo, pur applicando un’aliquota molto bassa si sarebbe coperto almeno un quarto dell’intera manovra. Basti pensare che il 45% della ricchezza nazionale, pari a 3.700 miliardi di euro, è detenuto da appena il 10% della popolazione italiana. Ma nell’ormai solito stravolgimento dei valori la vera tutela sociale è per i ricchi, a cui farà il solletico la tassa su auto di lusso, sulle barche e sugli aerei. Certo, chi è tanto sventurato da non avere almeno un aereo in garage!

Neanche l’ombra di strumenti che garantiscano una vera lotta all’evasione fiscale, che da sola, se fatta seriamente, avrebbe garantito nella peggiore delle ipotesi un ritorno di almeno 5 volte quello della manovra approvata. Né tanto meno si è pensato di ridurre le spese militari, anzi, continuiamo a spendere miliardi, come se dovessimo affrontare nell'imminenza una terza guerra mondiale. E meno male che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, perché altrimenti chissà quanto avremmo speso!

Con questa analisi lucida e spietata che sottoponiamo all'attenzione di chi ci legge, invitiamo ad una riflessione doverosa sugli effetti che una manovra economica di tale portata può avere sulla qualità della vita della gente.

Insistiamo su questo argomento perchè siamo assolutamente convinti che l'economia non può depauperare le persone della propria esistenza e per questo già in scritti precedenti affermavamo il primato della politica sulla finanza.

E’ altresì vero che una cura radicale per un malato terminale spesso non porta a nessun tipo di miglioramento, anzi conduce ad una accelerazione della fine, a meno che non si opti per un mutamento radicale di strategie, per il quale necessita un altro tipo di coraggio e di intervento.

Il gioco sporco che negli ultimi decenni è stato messo in atto dall'alta finanza internazionale a discapito di interi Paesi e di interi popoli, ricadendo peraltro sugli stessi sistemi bancari e tra banche e banche delle stesse Nazioni e alle volte pure degli stessi gruppi di potere, sta dando i suoi malevoli frutti.

La ricaduta sull'Europa tutta di questo meccanismo è palese da tempo, in precedenza avevamo segnalato come lo strano gioco di caduta ad effetto domino in senso orizzontale e verticale avesse già interessato il territorio europeo(Irlanda- Portogallo- Islanda- Spagna-Grecia) per poi in maniera virale pervenire fino a quelli che erano considerati Stati solidi.

Sembrava tutto preordinato, solo che nessuno sembrava accorgersene, ed era vero, poiché interi banchi di nebbia mentali e finto-ludici hanno avvolto generazioni di esseri umani che solo allo svelarsi delle coltri bianche ne stanno semicomprendendo gli effetti.

Va inoltre considerato che la capacità di frastagliare e spaccare qualunque tipo di contrapposizione a questo procedimento è stata sicuramente fortissima e, sopratutto, silenziosissima, venefica; non si può spiegare in altra maniera la non-reazione.

E per reazione intendiamo la proposizione di un modello di sviluppo totalmente contrastante con quello attuale, perché delle due l'una: o siamo convinti di essere in una fase epocale oppure continuiamo a essere zombie. Non volendo essere dei morti viventi, perché non lo siamo mai stati, riteniamo che a cambiamenti forti si risponda in maniera forte almeno in termini esistenziali e culturali, armi importantissime per combattere questo status quo.

Anteporre a un ordine di pensiero un altro ordine di pensiero che sortisca effetti positivi e non negativi, che riporti l'uomo al centro della propria vita e a non essere agito dalla stessa, che ricrei l'armonia e la bellezza e non la corsa al denaro e al profitto, che lasci ritrovare il tempo di pensare, scrivere e imparare non a "cliccare", a digitare e a non- pensare.

Solo un uomo diverso può apportare cambiamenti a questo modello di crescita e non c’è neppure bisogno di inventarselo, basta ritrovarlo in se stessi.


Vincenza Bagnato

Antonio Toscano

venerdì 2 dicembre 2011

GOLPE IN GIACCA E CRAVATTA

Senza voler dare nulla per scontato, poiché l’evoluzione degli scenari è davvero troppo rapida, stiamo assistendo a un cambiamento di natura epocale. Anche se, e questo può sembrare in assoluta controtendenza, di mutamento radicale ne vediamo ben poco, piuttosto potremmo definirlo la naturale conseguenza di una serie di concatenazioni storico-politiche, che si sono concretizzate avendo come risultato l’attuale situazione oggi più visibile e diretta.

La progressiva sostituzione nei vari Paesi europei di governi da politici a tecnici ed economici alla guida della cosa pubblica è ormai, almeno per il momento, un fatto inequivocabile ed inarrestabile.

Se la politica lascia il primato alla finanza non è soltanto perché ci troviamo in un momento in cui necessita l’intervento drastico su un malato morente e nè tantomeno può esserlo per motivi logici. Intanto perché, se anche così fosse, nulla vieterebbe di apportare cambiamenti di natura istituzionale e politica prima che economici e finanziari.

Di fatto che entità sovranazionali determinino quotidianità esistenziali di interi popoli è una cosa anomala, contronatura, ma purtroppo in maniera acefala accettata. In meno di quarantotto ore l’Italia si è ritrovata in una situazione nuova e veramente “rivoluzionaria” e in tempi rapidissimi la politica ha abdicato al proprio ruolo e lo ha fatto con molta discrezione, senza battere ciglio.

Con reverenza quasi assoluta i servi stendono il tappeto alla marcia trionfale dei loro padroni di sempre che oggi, svelati, hanno diritto al trono e alla reggenza.

Che l’Italia non fosse fatta per il bipolarismo lo avevamo evidenziato da tempo: eredi del peggio del peggior Fascismo, nipoti del più squallido catto-comunismo europeo, cresciuti a pane e Balena Bianca e allattati al seno della più illegale legalità si è riusciti a partorire il mostro odierno che si nutrirà del sangue del suo stesso popolo.

Per altro il progressivo distacco di intere fasce generazionali dalla politica ha fatto sì che qualunque forma di ribellione venga affidata a tecnologie virtuali, che non guasterebbero se si approdasse ad una reale tecno-ribellione anziché ad un reale e contrario tecno-controllo. Per intenderci: su facebook è possibile tutto ed il contrario di tutto.

A Wall Street e dintorni si formano Monti e Draghi. Quindi oggi ecco la risultante, di nuovo oligarchi al potere e satrapi obbedienti al loro seguito che guidano orde divaganti ed elemosinanti di non si sa quale futuro, lasciati alla deriva in attesa che lo “spread” riscenda per tornare a consumare con “dignità” e spendere con “onore”.

Costruire Contropotere nelle sua azione politico-esistenziale, avendo scelto l’arma dell’analisi e della diffusione, nonché del superamento di fittizie barriere ideologiche, cerca di fare chiarezza in mezzo a nebbie ad arte create.

“Abbiamo sognato un’Europa diversa, madre prospera dei suoi figli, non schiava di mercanti sanguisughe”.

La Redazione

giovedì 1 dicembre 2011

QUALE OPPOSIZIONE?

Nell'osservare ciò che sta accadendo alla politica italiana nei recentissimi sviluppi vogliamo porre l'accento su alcune questioni.

La prima è che abbiamo completamente ragione nell'affermare l'inutilità dei parlamenti nazionali rispetto allo strapotere economico-bancario.La seconda, di certo più importante, è che molto probabilmente stiamo assistendo alla concretizzazione di un cambiamento forse epocale che sta totalmente scavalcando e riducendo al nulla la stessa azione politica.

Gli italiani, come gli europei in genere, dovrebbero essere abituati ad essere governati da organismi non eletti da nessuno (che sia il FMI o la BCE non fa alcuna differenza) e se qui in Occidente nessuno, se non in pochissimi, si arrischiano in pur minime ribellioni, la cosa dovrebbe far riflettere soprattutto quella frastagliata galassia del dissenso.

I mutamenti e le vicende in questione di certo non possono lasciare indifferente chi per scelta si oppone ai diktat dell'economia globale.

Se il mutamento dei rapporti tra politica ed economia sta vedendo vincitrice la seconda allora è l'occasione giusta per ripensare finalmente anche al modo di opporsi e agli strumenti da utilizzare in questo senso. Chi pensa di poter far fronte a quest'avanzata di tecnocrati mondialisti con gli stessi strumenti politici di ieri s'illude.Ciò riguarda le eventuali opposizioni parlamentari e soprattutto quelle non istituzionali.

La questione centrale è che il mezzo politico non è più efficace perché troppo limitato nello steccato dell'ideologia per affrontare l'economia, che non è più soltanto tale, con il passare del tempo infatti ha superato se stessa abbandonando i limiti dello stesso sistema economico, attribuendo alla propria azione una capacita di rinnovamento ad una velocità impressionante, riuscendo peraltro a diventare sempre più fattore esistenziale, coinvolgendo dal primo all'ultimo dei cittadini.

Ed è su questo piano che bisogna trascinare la contrapposizione ideale e fattiva per combattere quel qualcosa che nel più totale silenzio è arbitro delle nostre vite. Gli odierni mezzi di resistenza a questo processo di totalizzazione del potere in poche ed invisibili mani sono provatamente inefficaci e spesso legati a gabbie ideologico-utopistiche che finora non hanno dato e certamente non daranno nemmeno il minimo prurito ai burattinai del mondialismo.

Se vi è qualcosa di positivo nell'attuale situazione è appunto quella di sfruttare il momento per ripensare totalmente al modo d'opporsi.

Qualunque tentativo di stampo politico o comunque collegato per vie indirette a posizionamenti politici non è più in grado di far fronte al potere che ha davanti. Forse è arrivato il momento di abbandonare questo modo di affrontare le cose.

Bisogna tornare a creare luoghi d'incontro e discussione, scevri dal pur minimo dettame politico, per gettare le basi di un'opposizione, il più staccata possibile da modelli politici, attraverso la "costruzione" di un ben più ampio e forte "modello" culturale.

La sola possibilità che abbiamo è opporci attraverso l'impegno nel divulgare le verità taciute su chi e che cosa oggi manovra gli Stati come fossero giocattoli e le soluzioni possibili, presenti ovunque e soprattutto nei luoghi della gente senza speranza, quella rassegnata all'ineluttabile, con la certezza che una battaglia così dura è molto difficile da vincere e che dovrà essere combattuta per molto tempo.

Opporsi è un dovere di tutti, dopo oggi è un crimine non farlo.

Giuseppe Pennestrì

Jean Trouvè