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sabato 13 luglio 2013

Un bambino, un maestro, una matita e un libro...!


"Cari fratelli e sorelle ricordate una cosa. La giornata di Malala non è la mia giornata. Oggi è la giornata di ogni donna, di ogni bambino, di ogni bambina che ha alzato la voce per reclamare i suoi diritti. Ci sono centinaia di attivisti e di assistenti sociali che non soltanto chiedono il rispetto dei diritti umani, ma lottano anche per assicurare istruzione a tutti in tutto il mondo, per raggiungere i loro obiettivi di istruzione, pace e uguaglianza. Migliaia di persone sono state uccise dai terroristi e migliaia di altre sono state ferite da loro. Io sono soltanto una di loro. Io sono qui, una ragazza tra tante, e non parlo per me, ma per tutti i bambini e le bambine. Voglio far sentire la mia voce non perché posso gridare, ma perché coloro che non l'hanno siano ascoltati. Coloro che lottano per i loro diritti: il diritto di vivere in pace, il diritto di essere trattati con dignità, il diritto di avere pari opportunità e il diritto di avere un'istruzione. Cari amici, nella notte del 9 ottobre 2012 i Taliban mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato anche ai miei amici. Pensavano che le loro pallottole ci avrebbero messo a tacere. Ma hanno fallito. E da quel silenzio di sono levate migliaia di voci. I terroristi pensavano che sparando avrebbero cambiato i nostri obiettivi e fermato le nostre ambizioni, ma niente nella mia vita è cambiato tranne questo: la debolezza, la paura e la disperazione sono morte. La forza, il potere e il coraggio sono nati. Io sono la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Così pure le mie speranze sono le stesse. Cari fratelli e sorelle io non sono contro nessuno. Nemmeno contro i terroristi. Non sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i Taliban o qualsiasi altro gruppo terrorista. Sono qui a parlare a favore del diritto all'istruzione di ogni bambino. Io voglio che tutti i figli e le figlie degli estremisti, soprattutto Taliban, ricevano un'istruzione. Non odio neppure il Taliban che mi ha sparato. Anche se avessi una pistola in mano ed egli mi stesse davanti e stesse per spararmi, io non sparerei. Questa è la compassione che ho appreso da Mohamed, il profeta misericordioso, da Gesù Cristo e da Buddha. Questa è il lascito che ho ricevuto da Martin Luther King, Nelson Mandela e Muhamed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non-violenza che ho appreso da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre. Questo è quello che la mia anima mi dice: siate in pace e amatevi l'un l'altro. Cari fratelli e sorelle, tutti ci rendiamo conto dell'importanza della voce quando c'è il silenzio. E nello stesso modo quando eravamo nello Swat, in Pakistan, noi ci siamo resi conto dell'importanza dei libri e delle penne quando abbiamo visto le armi. I saggi dicevano che la penna uccide più della spada, ed è vero. Gli estremisti avevano e hanno paura dell'istruzione, dei libri e delle penne. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. Ed è per questo che hanno appena ucciso a Quetta 14 innocenti studenti di medicina. È per questo che fanno saltare scuole in aria tutti i giorni. È per questo che uccidono i volontari antipolio nel Khyber Pukhtoonkhwa e nelle Fata. Perché hanno avuto e hanno paura del cambiamento, dell'uguaglianza che esso porterebbe nella nostra società. Un giorno ricordo che un bambino della nostra scuola chiese a un giornalista perché i Taliban sono contrari all'istruzione. Il giornalista rispose con grande semplicità. Indicando un libro disse: "I Taliban hanno paura dei libri perché non sanno che cosa c'è scritto dentro". Pensano che Dio sia un piccolo essere conservatore che manderebbe le bambine all'inferno soltanto perché vogliono andare a scuola. I terroristi usano a sproposito il nome dell'Islam e la società pashtun per il loro tornaconto personale. Il Pakistan è un paese democratico che ama la pace e che vorrebbe trasmettere istruzione ai suoi figli. L'Islam dice che non soltanto è diritto di ogni bambino essere educato, ma anche che quello è il suo dovere e la sua responsabilità. Onorevole Signor Segretario generale, per l'istruzione è necessaria la pace, ma in molti paesi del mondo c'è la guerra. E noi siamo veramente stufi di queste guerre. In molti paesi del mondo donne e bambini soffrono in altri modi. In India i bambini poveri sono vittime del lavoro infantile. Molte scuole sono state distrutte in Nigeria. In Afghanistan la popolazione è oppressa dalle conseguenze dell'estremismo da decenni. Le giovani donne sono costrette a lavorare e a sposarsi in tenera età. Povertà, ignoranza, ingiustizia, razzismo e privazione dei diritti umani di base sono i problemi principali con i quali devono fare i conti sia gli uomini sia le donne. Cari fratelli e sorelle, è giunta l'ora di farsi sentire, di lottare per cambiare questo mondo e quindi oggi facciamo appello ai leader di tutto il mondo affinché proteggano i diritti delle donne e dei bambini. Facciamo appello alle nazioni sviluppate affinché garantiscano sostegno ed espandano le pari opportunità di istruzione alle bambine nei paesi in via di sviluppo. Facciamo appello a tutte comunità di essere tolleranti, di respingere i pregiudizi basati sulla casta, sulla fede, sulla setta, sulla fede o sul genere. Per garantire libertà e uguaglianza alle donne, così che possano stare bene e prosperare. Non potremo avere successo come razza umana, se la metà di noi resta indietro. Facciamo appello a tutte le sorelle nel mondo affinché siano coraggiose, per abbracciare la forza che è in loro e cercare di realizzare al massimo delle loro possibilità. Cari fratelli e sorelle vogliamo scuole, vogliamo istruzione per tutti i bambini per garantire loro un luminoso futuro. Ci faremo sentire, parleremo per i nostri diritti e così cambieremo le cose. Dobbiamo credere nella potenza e nella forza delle nostre parole. Le nostre parole possono cambiare il mondo. Perché siamo tutti uniti, riuniti per la causa dell'istruzione e se vogliamo raggiungere questo obiettivo dovreste aiutarci a conquistare potere tramite le armi della conoscenza e lasciarci schierare le une accanto alle altre con unità e senso di coesione. Cari fratelli e sorelle non dobbiamo dimenticare che milioni di persone soffrono per ignoranza, povertà e ingiustizia. Non dobbiamo dimenticare che milioni di persone non hanno scuole. Lasciateci ingaggiare dunque una lotta globale contro l'analfabetismo, la povertà e il terrorismo e lasciateci prendere in mano libri e penne. Queste sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un maestro, una penna e un libro possono fare la differenza e cambiare il mondo. L'istruzione è la sola soluzione ai mali del mondo. L'istruzione potrà salvare il mondo." 



Malala Yousafzai

venerdì 12 luglio 2013

SOGNI D'ORO ITALIA



I delinquenti internazionali di Standard and Poor's (società privata che si occupa di ricerche finanziarie per conto degli Usa) ci minacciano di nuovo con l’ennesimo declassamento che serva all’Italia come tirata d’orecchie per non aver stretto ancora di più il cappio tramite le riforme annunciate e non ancora attuate. Così, anche a quelli meno attenti, appare chiaramente come la politica degli Stati sia decisa da fuori, in un sistema convenzionale di riconoscimenti e gerarchie in cui l’emanazione dei diktat avviene ai piani alti.

E allora parte il valzer dei “non ci sono soldi, finiremo come la Grecia, bisogna tirare la cinghia”, che in soldoni significa incidere ancora e ancora sulle classi medie e basse diventate ormai, dopo gli ultimi dissanguamenti, sottoproletariato (per usare termini triti e ritriti ma che rendono bene il concetto).

E poi compriamo gli F35, non nell’ottica meschina di uno Stato che deve farsi valere ma in quella ignobile di uno Stato che volontariamente si sottomette, riscoprendosi sempre più colonia e braccio armato di una politica occidentale di guerra.

Riflesso perfetto di questo scenario è un governo “dalle larghe intese” fatto da pluricondannati, soubrette, camerieri e magnati della finanza che insieme riescono a non fare di fatto nulla, governi fantoccio praticamente, Africa docet.

Fanno da contraltare migliaia di giovani che spendono capitali per studiare nell’incertezza di un futuro, giovani senza lavoro, padri e madri di famiglia disoccupati, pensionati che fanno la fame, imprenditori costretti a chiudere perché affossati dai debiti, in un circolo vizioso che coinvolge tutte queste categorie.

E ancora, servizi sanitari scadenti, strutture ospedaliere fatiscenti, nessun investimento sulla prevenzione, in poche parole il diritto alla salute come quello al lavoro e quello all’istruzione esistono solo su carta, a meno che non si paghi dai privati.

Politicamente e socialmente questa situazione ha un senso ben preciso, creare una moltitudine di persone che tira a campare, che cede al ricatto di  avere un lavoro anche a discapito dei diritti fondamentali.. capisci a me, tengo famiglia! Una moltitudine asservita e non pensante che blatera e discute sulla crisi ma non si chiede quali siano le sue cause, che si lascia abbindolare dalle falsità date dai media.

Per cui non si sa nulla del signoraggio bancario, del motivo per cui questo sistema si fonda sul debito come elemento fisiologico e ineliminabile. Non si racconta che gli Stati si fanno “prestare” la loro moneta dai privati delle banche e sono poi tenuti a restituire tutto più gli interessi. Non si racconta che questa situazione di tracollo può finire subito se solo ognuno di essi si scardinasse da questo sistema perverso.

Di questo non si parla, quindi via con i discorsi sul governissimo, sulla disoccupazione, sui guai giudiziari di Tizio e Caio, sul Papa che fa finta di interessarsi ai meno fortunati, sulle veline e sui calciatori. E buonanotte al popolino.

Vincenza Bagnato