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mercoledì 30 novembre 2011

L’IMPERO DELLA FINANZA

Ecco la nostra “primavera”. Già da tempo qualcuno aveva intuito che dopo il Nord Africa sarebbe toccato all’Europa. Arrivati ad un autunno caldo, fatto della disperazione di un lavoro sempre più precario ed evanescente e di una crisi dell’economia reale, una crisi vera, tangibile; la nostra “primavera” era partita dalle proteste, dagli scontri in piazza, da un malcontento che già da mesi animava il vecchio continente dalla Grecia ai Pirenei.

E anche qui sono riusciti ad affossarla, a cavalcare l’onda dell’instabilità per rafforzare ancora di più le loro logiche perverse di sistema. L’hanno dovuto fare in fretta, perché lo spettro di un’Islanda che si ribella alla schiavitù del Fondo Monetario Internazionale fa paura. Bisognava solo trovare la prima occasione utile per intervenire.

Così, appena con la proposta di Papandreou si è ripresentato il pericolo di un referendum sull’accettazione degli aiuti concordati a Bruxelles, dopo qualche giorno di panico generalizzato, gli si è “democraticamente” imposto di tornare sui suoi passi, optando per un governo di unità nazionale.

Un brutto spavento per la finanza e le borse! Così tanto brutto che con l’appoggio di maggioranza e opposizione si è clamorosamente deciso di commissariare la Grecia, assegnandola a Lucas Papademos, ex governatore della Banca Centrale dello Stato nonché uomo della Goldman Sachs.

Con il solito effetto domino pilotato, l’attenzione si è spostata sull’Italia, dove con una manovra diretta sempre dalla GS, l’ormai famoso spread, cioè il differenziale tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi è schizzato alle stelle. Quindi ancora una volta solito copione: pericolo esplosione finanziaria e anche qui commissariamento!

Probabilmente sarebbe bastato che le “nostre” forze politiche avessero preso reale coscienza del loro ruolo e seguito una strada diversa dal logorante assoggettamento ai giganti economici internazionali, ma questa è fantascienza.

Quello sporco teatrino non poteva che genuflettersi ancora una volta.. e stavolta l’ha fatto incurante di una qualche dignità (semmai ce l’abbia mai avuta), l’ha fatto di fronte a tutti, in modo palese.

Il quadro si completa con una Spagna in cui la vittoria del partito popolare, con Mariano Rajoy, vorrà dire l’entrata in campo di Manuel Gonzalez Paramo, membro del comitato esecutivo della Bce. Solita solfa quindi!

Di solito l’economia faceva i conti con la politica, dietro le quinte, senza farsi troppo vedere; ora invece entra in campo, spudorata come è sempre stata. Si appropria prepotentemente di spazi che non può più manovrare da lontano. E tutto questo, come può essere anche solo lontanamente compatibile con la possibilità di andare incontro alle esigenze della gente? Non può, gli interessi che questi signori rappresentano sono altri…e la gente comune si provveda!

Vincenza Bagnato

martedì 29 novembre 2011

UN CALCIO ALLA POLITICA

Un saluto a tutti i nostri amici lettori, oggi riuniti per assistere all'ultima giornata di ritorno dello scontro del secolo: Popolo italiano contro Governo.

La lunga ed estenuante partita di andata ha visto uscire sudato, stanco ma vittorioso il popolo italiano, che dopo diciassette anni ha mandato a riposo negli spogliatoi il IV governo Berlusconi. Senza lasciare tempo di riposo alla squadra avversaria, tornano in campo forze fresche. Con le pive nel sacco i vecchi giocatori hanno dovuto salutare i campi dello scontro, lasciando spazio a figure più forti e competenti di loro in materia.

I l neo presidente/capitano/allenatore/ministro della squadra, Mario Monti, rassicura i pochi tifosi che ultimata la campagna acquisti il team sarà invincibile. Mario Monti già membro del gruppo Bilderberg, consigliere della Coca Cola Company, presidente della Commissione Trilaterale (organo dell'elite economica mondiale che ha lo scopo di tessere i destini del mondo) ha deciso di guidare una nuova squadra puntando al vertice della classifica. Ma vediamo i componenti della squadra: tra i pali l'attempata nonnina Anna Maria Cancellieri, ministro dell'interno, una donna ormai sfiorita, che protetta dai compagni di squadra non correrà pericoli.

In difesa gli alti nomi della finanza internazionale abilissimi nell’attuare la tattica della CRISI programmata: il diplomatico Giulio Terzi, ministro degli affari esteri. Ex ambasciatore italiano a Washington , deve agli States e ai rapporti contratti negli anni di carriera con la NATO, il suo incarico nell'attuale rosa.

Il sottosegretario Antonio Catricalà, prenderà il posto dell'uscente Letta. Avvocato e docente universitario con una certa affinità col mercato del gas e dell'energia elettrica e la sua privatizzazione. Al fianco di Catricalà l'imprenditore ex presidente dell'Enel, ora ministro del turismo, Piero Gnudi. L'affinità “elettrica” che li unisce farà del compartimento centrale, un muro difficile da sfondare per gli avversari.

Il trequartista sarà Fabrizio Barca, Ministro per la coesione territoriale, ora costituente l'entourage più potente di controllo europeo ed ex presidente dell'Unità e del Comitato Politiche Territoriali dell’ O.C.S.E.(organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa), l'occhio di Sauron che tutto vede e tutto e puote.

Ogni squadra che si rispetti ha il suo raccomandato: Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, molto vicina alla Chiesa e ai suoi soldi, ora coprirà il ruolo di esterno alto, nonché ministro per la cooperazione internazionale. Rappresenterà il pio del gruppo, quello col grembiule meno sporco, ma la sua presenza rappresenta solo una tattica per confondere gli avversari.

Il centrocampo offensivo sarà costituito dal ministro della difesa l'ammiraglio Giampaolo di Paola, presidente del comitato NATO in Italia, pluridecorato a stelle e strisce.

Il ministro dell'istruzione sarà Francesco Profumo, presidente del C.N.R. Italiano e consigliere dell'amministrazione di Unicredit, Telecom, FIDIA e Reply, centravanti di sfondamento abile ad aprire varchi laddove il governo precedente non poteva arrivare.

In attacco anche Elsa Fornero, ministro delle pari opportunità, ex vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e membro della commissione di esperti valutatori presso la Banca Mondiale.

Completano la rosa: Dino Pietro Giarda, ministro dei rapporti col parlamento; Enzo Moavero Milanesi, ministro alle politiche europee; Corrado Passera, ministro allo sviluppo economico, infrastrutture e trasporti; Mario Catania, ministro alle Politiche Agricole; Corrado Clini, ministro dell'ambiente; Renato Balduzzi, ministro della salute; Lorenzo Ornaghi, ministro ai beni e attività culturali.

Arbitra l'incontro il ministro alla Giustizia la giurista Paola Severino di Benedetto, rappresentante dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane già avvocato di Eni e Telecom. Sarà lei garante del fairplay in campo, e tutelerà ambo le parti: il governo e i ministri.

La squadra del Governo scenderà in campo con la classica divisa, giacca e cravatta per gli uomini e tailleur per le donne, tutti con grembiule bianco alla vita con inserti in oro rappresentanti la squadra... e il compasso.

La squadra del popolo italiano gioca con: universitari e studenti in porta, piccole e medie imprese in difesa, operai, pensionati e disoccupati in attacco. Tutto è pronto, nessuno resti a casa a guardare, tutti siamo chiamati a giocare. Ma ecco il fischio dell'arbitro. . .

Christian Basile