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mercoledì 5 dicembre 2012

MESSIN-FLASH



- Compare, come va?
- Non c’è voglia, non c’è
travagghiu.
- Andiamo al bar?
- Andiamo al bar.
Welcome to Sicily! Il
mare, il sole, lo Stretto… Le code ai traghetti. Esodo?
Pendolari? No, sciopero. Esuberi. Licenziamenti…
Scusi, a che ora parte la nave? Ma parte?
Emergenza. Dramma sociale.

-Compare come va?
-Non c’è nenti. Non c’è travagghiu.
-Andiamo al bar?
-Andiamo al bar.
Le code al semaforo. Caos. Il traffico? Un incidente?
No, sciopero. I servirail, i dipendenti comunali, i
servizi sociali. Tagli, licenziamenti. Tutti in piazza.
Ma quanti? I sindacati e gli operai. I debiti e i
finanziamenti. I politici e i commissari. Croce e
Crocetta. Messinambiente e l’ATM. Scusi, a che ora
passa il bus? Ma passa?
Emergenza. Dramma sociale.

-Compare come va?
-non c’è picciuli. Non c’è travagghiu.
-Andiamo al bar?
-Andiamo al bar.
Welcome to Sicily. Il sole, il mare. Il campanile, i
monumenti, i crocieristi. I cumuli di rifiuti e i
manifesti strappati. Good, very good! I tir, i rami
spezzati, le buche… Tutti giù per terra. Gli sguardi
vuoti e le saracinesche abbassate. Scusi, a che ora apre?
Ma apre?
Emergenza. Dramma sociale.

-Compare come va?
-Non c’è speranza. Vado al nord. E tu?
-Vado al bar. Buona fortuna…
Mezza con panna, mille vertenze e “munnizza”
intorno.

Buona fortuna a te… Messina!

Giancarlo Raffa

lunedì 3 dicembre 2012

GRATTA CHE LA CRISI PASSA




Osservando il panorama sociologico Europeo, attenzionando i movimenti ribellisti che ogni giorno provano a far sentire la propria voce alle grandi istituzioni comunitarie, sorge spontanea una domanda: come mai in Italia, nonostante la vita non sia molto diversa rispetto alla Spagna, al Portogallo o alla Grecia, la gente continui a subire vittimisticamente i frutti della crisi, dando la colpa al passato, maledicendo il presente e dando le spalle al futuro?

Perché invece di stare li a piangersi addosso, la gente non scende nelle piazze tentando attivamente di capovolgere la situazione? 

Perché ancora ci crede e spera.
In cosa? Ma ovviamente nella Fortuna, non potendo più confidare nelle istituzioni si affida in tutto e per tutto ad essa.

Camminando per le strade di Messina, partendo da un qualsiasi punto della città, e andando in una direzione scelta a caso percorrendo un solo chilometro, è impossibile non incappare in almeno una di queste "ancore di salvezza" dell'italiano medio ovvero un compro oro, un centro prestiti, una ricevitoria Lotto/Superenalotto rivendita di gratta e vinci o un centro scommesse sportive. 

E così lo Stato gioca e vince anche fuori dai palazzi a suon di bingo, ambi, terni, slot, VLT gratta e vinci, poker on line, oro a 28 euro grammo e strozzo legalizzato. 

In poche parole il caro stato italiano vende (non sia mai che regali qualcosa) le pallottole a un suicida armato di pistola scarica.

Fa tutto il cittadino. Infatti il giovane operaio o la giovane commessa, il caro pensionato e il povero disoccupato possono scegliere: campare a stento con quei 4 euro che guadagnano o rischiare/investire pochi, pochissimi euro con la possibilità di passare tutta la vita in vacanza, o perché conservare i pochi tesori di famiglia, le fedi nuziali, gelosamente conservate dai nonni ormai defunti, che senso hanno in quel cassetto, vendiamole per qualche centinaio di euro che serviranno poi per essere investiti su tre numeri del lotto che i nonni stessi hanno dato in sogno. 

Ed è proprio di questo che attualmente vivono gli italiani, di sogni. E invece di destarsi e cambiare tutto, preferiscono stare li con la monetina in mano e grattare perché: Piace perdere facile...bonsci, bonsci bobobon!

Christian Basile