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lunedì 27 giugno 2011

SESTINA "ALTAFORTE"

IO NON HO VITA TRANNE QUANDO COZZANO LE SPADE.MA QUANDO VEDO STENDARDI D'ORO,DI VAIO,VIOLACEI,OPPORSI E I VASTI CAMPI SOTTO LORO FARSI VERMIGLI ALLORA URLA IL MIO CUORE,QUASI PAZZO DI GIOIA.
NELL'ARDORE DELL'ESTATE PROVO IMMENSA GIOIA QUANDO LE TEMPESTE SULLA TERRA NE UCCIDONO LA SPORCA PACE E I FULMINI DEL CIELO NERO SFOLGORANO VERMIGLI E I TUONI FURIOSAMENTE RUGGISCONO A ME LA LORO MUSICA E VENTI ULULANO TRA LE PAZZE NUVOLE, NELL'OPPORSI ,E PER TUTTO IL CIELO LACERATO LE SPADE DI DIO COZZANO.
CONCEDA L'INFERNO DI SENTIRE PRESTO IL COZZO DELLE SPADE!E I NITRITI ACUTI DEI DESTRIERI CHE GIOISCONO NELLA BATTAGLIA,PETTO CHIODATO OPPORSI A PETTO CHIODATO!MEGLIO UN ORA DI BATTAGLIA CHE UN ANNO DI PACE CON TAVOLE OPINE,LAZZI OSCENI,VINO E LIEVE MUSICA,AH NON C'E' VINO CHE EGUAGLI IL VERMIGLIO DEL SANGUE!
E IO AMO VEDERE IL SOLE LEVARSI ROSSO SANGUE.E QUANDO LE SUE LANCE PER IL BUIO COZZANO DI ARMI E MI RIEMPIE IL CUORE DI GIOIA E MI EMPIE LA BOCCA DI UNA FORTE MUSICA QUANDO LO VEDO COSI' SDEGNARE E SFIDARE LA PACE,LA SUA FORZA SOLITARIA ALLE GRANDI TENEBRE OPPORSI.
L'UOMO CHE TEME LA GUERRA E S'ACCASCIA ALLE MIE PAROLE PER LA BATTAGLIA NON HA SANGUE VERMIGLIO.ADATTO A MARCIRE SOLO NELLA FEMMINEA PACE LUNGI DA DOVE IL VALORE HA VINTO E LE SPADE COZZANO PER LA MORTE DI TALI BALDRACCHE IO GIOISCO;SI' RIEMPIO TUTTA L'ARIA DELLAMIA MUSICA.
PAPIELS,PAPIELS,ALLA MUSICA!

"Non c'e'suono che eguagli l'opporsi di spade a spade,ne' grido simile all'urlo di gioia in battaglia quando gomiti e spade stillano sangue vermiglio e le nostre cariche cozzano contro l'assalto del LEOPARDO " MALEDICA PER SEMPRE IDDIO QUELLI CHE GRIDANO " PACE "!E CHE LA MUSICA DELLE SPADE VERMIGLI LI RENDA.
L'INFERNO CONCEDA PRESTO CHE DI NUOVO SI ODA IL COZZARE DELLE SPADE!
L'INFERNO CANCELLI IN NERO PER SEMPRE IL PENSIERO "PACE"!

EZRA POUND

lunedì 6 giugno 2011

Happy birthday €-uropa. Questa è una festa a cui non siamo invitati


Ben 61 candeline sono state spente sulla torta preparata in occasione del genetliaco dell'Unione Europea. La data simbolicamente scelta del 9 maggio, ricorda il giorno in cui Schuman, politico democristiano tedesco, presentava il progetto di un europa nuova, organizzata e coesa, indispensabile al mantenimento delle relazioni pacifiche tra i paesi membri, che guardasse indietro alla riscoperta dell'antica unione fra i popoli europei.

Ma qualcosa in questi sei decenni dev'essere andato storto in corso d'opera, perchè lo scenario che ci si presenta al momento non è quello di un Europa unita, se non unicamente sotto il profilo economico e monetario.

Per evitare di entrare in conflitto tra loro, i Paesi aderenti, decisero che le tradizioni di ogni singola nazione venissero soppiantate da una nuova concezione di Stato unitario, riscrivendo ex novo le caratteristiche che dovevano essere comuni a tutti. Quindi via la moneta di stato, simbolo della forza economica di ogni paese e benvenuto euro; via le frontiere, vanto per la conquista dell'agognato suolo e benvenuto trattato di Schengen; via la rivendicazione di ogni singola nazione delle proprie radici e della propria cultura, ma tutti sotto una bandiera azzurra a sentirci uniti dal nulla, dalle finte radici giudaico cristiane dall'alto imposte; via la coscienza e la conoscenza della vera Storia dell'Europa dei popoli, insomma più che ricreare la vera antica Europa si è tentato di scopiazzare malamente il modello statunitense, dove uno stato o più si confronta e si rapporta all'altro solo in termini economici e militari.

Viviamo perciò l'Europa delle banche, delle grandi multinazionali, dove tutto viene trasformato in numero, cittadini compresi.

Uno stato, una nazione, un paese, non può essere riassunto in poche parole come produzioni e profitti, o con squallidi numeri decimali.

Costruire Contropotere rifiuta questo modello imposto, restando pur sempre sulla sua posizione fortemente europeista, volgendo lo sguardo ad un Europa che va dall'oceano atlantico agli urali, dai fiordi al mar mediterraneo, dove al suo interno in uno spirito di cooperazione e rispetto brulichino culture, tradizioni, religioni, POPOLI.

Chrisitian Basile.

giovedì 2 giugno 2011

02-06-2011.....!


Se vogliamo, anche questo ci sa di vecchio, di nostalgico, di inadeguato ma sopratutto di un qualcosa che è distante, a meno che non si considerino solo alcuni aspetti quasi folkloristici.

Eppure ci piacerebbe l'esatto contrario, vorremmo riconoscerci attorno a qualcosa e festeggiarlo veramente, ma la attuale disillusione per certo tipo di organizzazzione politica ed economica, non solo italiana, ci allontana dal poterne essere solidali.

Non possiamo ipocritamente condividere uno Stato che non si occupa del benessere sociale sia dei singoli che dei molti che lo compongono, che non difende, anzi offende le identià e le diversità etniche e culturali che lo attraversano,che non rispetta la libertà di espressione spirituale attraverso le forme religiose.

Uno stato che umilia la scuola, la ricerca, il lavoro, la salute pubblica, la produzione economica se non a beneficio di pochi, che non pensa al futuro delle proprie generazioni, che non riesce a creare sinergie con altri popoli se non solo legate a sfruttamento e falsa produttività sulla falsa riga di un sistema mondialista e prevaricatore, che oltre ad avviarsi verso una naturale implosione crea focolai di guerra dappertutto anche sulla pelle dei giovani europei ed italiani che invece insieme dovrebbero indirizzare le proprie energie verso un futuro migliore.

Uno Stato che attraverso un meccanismo politico perverso, già più volte ribadito, quello della falsa partecipazione democratica nel bipolarismo artefatto ingabbia i sogni e le speranze di un popolo e addirittura, in perfetta sintonia, lo tradisce o non lo considera, poiche' ormai governano anche senza il 45% dei consensi.

Uno stato che da Roma in giù legalmente non esiste. La Giustizia, se mai sia esistita, attraverso i suoi organi e le proprie competenze al Sud ha abdicato, ma questo da tempo. Scende a patti con l'antistato che spesso si sostituisce con meccanismi sociali più redditizzi e propositivi, scavalcando l'autorità, sia pubblicamente che non. Nella rilettura della modernità o comunque nel tentativo di leggere il terzo millennio, crediamo non ci sia più posto né per stati né per repubbliche, anche per questo, cosi come per tanto altro consegnamo alla Storia il 2 Giugno.

A presto,Antonio!