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domenica 30 settembre 2012

UOMINI SIATE E NON PECORE MATTE


Poche famiglie nel mondo detengono tutta la ricchezza economica. Attraverso il "mercato", questa entità sovrannaturale dalla quale dipendono i destini delle Nazioni, sono le vere depositarie di tutto quanto il potere politico ed economico a livello mondiale, potere che non viene esercitato attraverso i Governi e le istituzioni statali o sovrastatali ma usufruendo dei tre pilastri che reggono tutto quanto il sistema: la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Bisogna una buona volta entrare in quest'ordine di idee: governi, camere alte, basse e di mezzo, magistrati dalle toghe rosse, nere o multicolori di fatto non hanno potere, sono meri esecutori di ordini partiti da sconosciuti burattinai.
Nei rari casi nei quali lo Stato è padrone di sé stesso nelle migliori delle ipotesi ci si accanisce diplomaticamente contro, nel peggiore gli si scatena una guerra "civile" all'interno dei propri confini.


Nonostante il sistema si regga su questa ipocrisia di fondo, uno degli scopi primari e meglio riusciti del Sistema è la conservazione di sé stesso. Per tanto i governi si adoperano in modo che niente e nessuno possa minimamente scalfire lo status-quo e riuscendoci incatenando la mente dei propri cittadini. Come può tutto ciò avvenire nella quasi totale tranquillità (a parte qualche piccola falla) senza che l'individuo e la massa si rendano conto di quanto avviene sulle loro teste? Come è possibile che i cittadini-schiavi si accontentino di sopravvivere invece che tentare di riprendere quella Libertà che è una delle basi della loro civiltà? La risposta sta nella manipolazione delle menti che riesce, più d'ogni fucile e d'ogni galera, a far si che l'uomo crocifigga sé stesso senza rendersi nemmeno conto. Controllando i mezzi d'informazione di massa si controlla la diffusione delle idee, indicando cosa deve essere detto e mostrato e con quali maniere in tv o sui giornali. La gente poi giudica basandosi su ciò che conosce dai media senza chiedersi se gli si stanno raccontando verità o menzogne o se gli sta dicendo tutto, si crederà sostanzialmente libera ed il gioco è fatto.
Allo stesso modo crederà d'essere essa stessa a scegliere i propri governanti applicando semplicemente una croce su una scheda ogni tre o quattro anni, senza sapere che quei nomi e quei simboli tra i quali scegliere sono stati scelti e messi lì da "altri" e che  per tanto l'unica scelta che si compie andando a votare è quella di legittimare ancora una volta un sistema che invece andrebbe boicottato. Maggioranza e opposizione non sono altro che due facce della stessa medaglia, lo dicono e lo sanno tutti, salvo poi recarsi comunque alle urne e riporre le le loro speranze ancora un volta in un teatro di marionette. Ultimamente poi non si chiede nemmeno più alla gente di andare ad esercitare il proprio "diritto-dovere di voto", nominando invece in giro per l'Europa "gabinetti" (mai nome fu più azzeccato) tecnici composti da chi ha fatto dell'usura la sua ragione di vita.
A questo punto arrivati non ci rimane che trarre la conclusione che fin tanto che l'Uomo ed i Popoli non si libereranno DA SOLI dalle catene alle quali sono, anche per loro responsabilità, legati, il Potere rimarrà invincibile e non potrà essere minimamente scalfito da qualche manifestazione ad Atene o a Madrid ed ancor di più da chi continua, subendone le conseguenze sulla propria pelle, a comportarsi esattamente come il Sistema ha stabilito.

Jean Trouvè

sabato 29 settembre 2012

PER QUEST’ANNO NON CAMBIARE, STESSE FACCE DA VOTARE



Spuntano come funghi dopo i primi acquazzoni di fine estate. Occupano angoli e spazi delle nostre città. Mani protese, sorrisi rassicuranti, pose teatrali. 

Attirano le folle confuse, distolgono l’attenzione dai prezzi sottocosto dei nuovi ipermercati: “INSIEME PER UNA BUONA POLITICA”; “SOGNO SICILIANO”; “IN PRIMA PERSONA”; “RIVOLUZIONO LA SICILIA”; “LA RIVOLUZIONE E’ GIA’ INIZIATA”… 

L’era Lombardo è finita, siamo in pieno clima elettorale. Bentornate elezioni e bentornati politici siciliani, attivi come sempre, premurosi per la propria gente, reduci da varie esperienze politiche e giudiziarie che solo i “generosissimi” siciliani riescono a dimenticare.

Il nostro è un popolo bizzarro, si sa. Apatico, brontolone, critico contro tutto e tutti. Si deprime per poco e si esalta per molto meno, vive il dramma della crisi ma di politica ed elezioni non ne vuole più sapere. Almeno sulla carta. 

Ben nota l’espressione di gran parte dei cittadini di fronte ad una prossima tornata elettorale: sdegno, rancore e il classico detto “io non andrò più a votare” salvo poi cambiare idea quando qualcuno bussa alla porta con una borsa della spesa o un buono benzina da regalare in cambio di… 

E già, di questi tempi bisogna saper “campare”. E così il fascino delle elezioni riaccende la fantasia dei siciliani, la speranza, il “sogno” di un’assunzione part-time per l’amico del cugino del suocero della sorella in cambio di… O la possibilità di realizzare un nuovo complesso edilizio ritoccando qualche passaggio burocratico sempre in cambio di… Ovviamente. 

Passano quasi in secondo piano i veri problemi, la realtà quotidiana. Si assiste passivamente a una nuova vertenza lavorativa, la si schiva abilmente per disporsi ordinatamente in fila al distributore con la benzina a 2 euro. Poi però ci si lamenta. Colpa di Monti, la crisi, l’euro. Si invocano diritti, lavoro, “picciuli”. 

Popolo siciliano, corri alle urne! Il tuo futuro è nelle mani di questi politici, facce vecchie, “nuovi rivoluzionari”. Anche Messina si presenta con una batteria di tutto rispetto e in quest’ottica, “super” Peppino Buzzanca, il sindaco dai poteri speciali toglie il disturbo da palazzo Zanca con la convinzione-presunzione di aver completato brillantemente il programma della propria giunta per contribuire, come lui stesso sostiene, alle sorti della città direttamente da Palermo. 

Superfluo ricordare in che condizioni versa oggi la nostra città, commissariata per la terza volta in pochi anni. Roba da guinness dei primati! Ma il tempo incalza, le elezioni sono prossime, le pedine sono quasi tutte posizionate in una scacchiera costruita magistralmente per tenere in scacco ancora una volta l’inerme popolo siciliano.  

La loro “ rivoluzione” è già (in) marcia, la nostra convinzione è che un vero cambio di rotta sia frutto di una mentalità nuova, di una radicale presa di coscienza e di posizione che ogni siciliano vero, forte e libero scagli in faccia a chi da decenni bluffa con le nostre vite. Buone elezioni a tutti!

Giancarlo Raffa

venerdì 28 settembre 2012

A PROPOSITO DI MEMORIA… SABRA E SHATILA



Quanto può durare un massacro? Quanto può prolungarsi la follia e la ferocia prima di sentire appagato l’innaturale desiderio  di sangue negli esseri umani?

A Sabra e Shatila nel settembre di trent’anni or sono questa manifestazione organizzata dell’orrore durò ben tre giorni e tre notti, per l’appunto dal 15 al 18 di quell’infausto mese, anche se la pianificazione della strage è precedente di parecchio tempo prima. 

Oggi senza nessuna possibilità di smentita è possibile affermare, anche se nessuno sta pagando per quei crimini orrendi, che l’esercito israeliano al comando del generale Eytan concordò con  il  successore di Bashir Gemayel, capo delle milizie cristiano-libanesi, un’operazione di “pulizia etnica” all’interno dei campi profughi Palestinesi in Libano, e così fu. 

Tutto inizia già nella giornata del 15 con l’ingresso e il rastrellamento da parte dei miliziani israeliani nei campi di Beirut, ormai abbandonati dalle forze di protezione multinazionale europea, fatte ripartire senza alcun motivo nei giorni precedenti. La vigliacca sudditanza di “questo occidente” si palesa immediatamente e così vennero circondati gli ingressi di Sabra e Shatila. 

L’indomani 16 settembre, coperti da carri armati e bulldozer con la stella di David i falangisti dell’esercito libanese poterono entrare indisturbati e scatenarsi contro un popolo inerme ed indifeso. 

Si tenga presente che oltre 1500 palestinesi dell’OLP erano stati, neppure un mese prima, fatti sfollare verso Tunisi. 

Ma sarà solo il terzo giorno che si compirà il vero e proprio sacrificio, con l’ingresso dei corpi speciali di Elias Arbeika, capo dei servizi cristiano -libanesi, nelle cui file militano appartenenti alle forze di invasione sionista. 

Quando la croce rossa riuscirà ad entrare a Sabra e Shatila,  nonostante il tentativo di nascondere l’infamia con ogni mezzo, il terribile crimine sarà fin troppo evidente: donne incinte sventrate, bambini sgozzati, anziani squartati dai cingolati, centinaia di corpi ammassati e abbandonati sotto il sole, ovunque sangue.

La stampa internazionale dedicherà solo qualche settimana all’eccidio, nessuna istituzione politica mondiale (ONU – GINEVRA – etc.) ha mai condannato giuridicamente questo episodio, nessun responsabile politico di governo né israeliano (Sharon) né libanese (Gemayel) ha mai risposto di queste efferatezze, nei libri di storia si parla poco di Sabra e Shatila.

A trent’anni di distanza, noi non vogliamo dimenticare, anzi vorremmo ricordare alle nuove generazioni, sostituendoci ai libri di storia, che non sempre i vincitori hanno ragione e che il senso della Giustizia è dato dall’equità dei giudizi stessi. 

Quest’Europa dei mercanti abbia a monito alcuni esempi per il futuro dei propri figli.
AGLI EROI, UOMINI, DONNE E BAMBINI DI SABRA E SHATILA (16-18 Settembre 1982)

kahlil.

sabato 8 settembre 2012

AD ARMI PARI

Questo sistema si sta disintegrando da solo. E' fin troppo evidente dai segnali che arrivano regolarmente dal mondo sociale e politico, pertanto sembra superfluo impegnare le proprie energie nel tentativo, già in passato mal riuscito, di abbatterlo o cambiarlo. 
E' forse più opportuno, anche sulla scorta di esperienze precedenti, cominciare a pensare la maniera di affrontare le prospettive che offre il nuovo millennio. 

Il velenoso dominio dell'economia sulla vita degli uomini segna irrimediabilmente il passo, l'implosione del sistema liberal-capitalista mieterà ancora delle vittime ma il suo fallimento è alla portata di tutti, si assisterà ancora ad ulteriori colpi di coda del dragone morente ma non crediamo vi siano possiblità di ripresa, il declino è inevitabile, chi pensava di creare un grande mercato globale per produrre e consumare e quindi schiavizzare non aveva fatto bene i conti con la negatività del suo stesso operare.

Ora bisogna lavorare per rendere vani i loro obiettivi e ri-tornare a vivere in maniera normale, uno dei primi passi da compiere, come da tempo diciamo, è uscire da alcune logiche che hanno pervaso l'ottocento e il novecento, schemi ideologici e religiosi che hanno generato mostri ai quali ancora oggi paghiamo un tributo troppo elevato e i cui riflessi sono ancora fin troppo evidenti.

Gli strumenti per questa inversione di rotta ci sono e sono a disposizione di tanti, sopratutto delle nuove generazioni alle quali va consegnato un testimone Veramente Rivoluzionario. 
....A presto, Antonio!