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venerdì 28 settembre 2012

A PROPOSITO DI MEMORIA… SABRA E SHATILA



Quanto può durare un massacro? Quanto può prolungarsi la follia e la ferocia prima di sentire appagato l’innaturale desiderio  di sangue negli esseri umani?

A Sabra e Shatila nel settembre di trent’anni or sono questa manifestazione organizzata dell’orrore durò ben tre giorni e tre notti, per l’appunto dal 15 al 18 di quell’infausto mese, anche se la pianificazione della strage è precedente di parecchio tempo prima. 

Oggi senza nessuna possibilità di smentita è possibile affermare, anche se nessuno sta pagando per quei crimini orrendi, che l’esercito israeliano al comando del generale Eytan concordò con  il  successore di Bashir Gemayel, capo delle milizie cristiano-libanesi, un’operazione di “pulizia etnica” all’interno dei campi profughi Palestinesi in Libano, e così fu. 

Tutto inizia già nella giornata del 15 con l’ingresso e il rastrellamento da parte dei miliziani israeliani nei campi di Beirut, ormai abbandonati dalle forze di protezione multinazionale europea, fatte ripartire senza alcun motivo nei giorni precedenti. La vigliacca sudditanza di “questo occidente” si palesa immediatamente e così vennero circondati gli ingressi di Sabra e Shatila. 

L’indomani 16 settembre, coperti da carri armati e bulldozer con la stella di David i falangisti dell’esercito libanese poterono entrare indisturbati e scatenarsi contro un popolo inerme ed indifeso. 

Si tenga presente che oltre 1500 palestinesi dell’OLP erano stati, neppure un mese prima, fatti sfollare verso Tunisi. 

Ma sarà solo il terzo giorno che si compirà il vero e proprio sacrificio, con l’ingresso dei corpi speciali di Elias Arbeika, capo dei servizi cristiano -libanesi, nelle cui file militano appartenenti alle forze di invasione sionista. 

Quando la croce rossa riuscirà ad entrare a Sabra e Shatila,  nonostante il tentativo di nascondere l’infamia con ogni mezzo, il terribile crimine sarà fin troppo evidente: donne incinte sventrate, bambini sgozzati, anziani squartati dai cingolati, centinaia di corpi ammassati e abbandonati sotto il sole, ovunque sangue.

La stampa internazionale dedicherà solo qualche settimana all’eccidio, nessuna istituzione politica mondiale (ONU – GINEVRA – etc.) ha mai condannato giuridicamente questo episodio, nessun responsabile politico di governo né israeliano (Sharon) né libanese (Gemayel) ha mai risposto di queste efferatezze, nei libri di storia si parla poco di Sabra e Shatila.

A trent’anni di distanza, noi non vogliamo dimenticare, anzi vorremmo ricordare alle nuove generazioni, sostituendoci ai libri di storia, che non sempre i vincitori hanno ragione e che il senso della Giustizia è dato dall’equità dei giudizi stessi. 

Quest’Europa dei mercanti abbia a monito alcuni esempi per il futuro dei propri figli.
AGLI EROI, UOMINI, DONNE E BAMBINI DI SABRA E SHATILA (16-18 Settembre 1982)

kahlil.

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