Quanto può durare un massacro? Quanto può prolungarsi la
follia e la ferocia prima di sentire appagato l’innaturale desiderio di sangue negli esseri umani?
A Sabra e Shatila nel settembre di trent’anni or sono
questa manifestazione organizzata dell’orrore durò ben tre giorni e tre notti,
per l’appunto dal 15 al 18 di quell’infausto mese, anche se la pianificazione
della strage è precedente di parecchio tempo prima.
Oggi senza nessuna
possibilità di smentita è possibile affermare, anche se nessuno sta pagando per
quei crimini orrendi, che l’esercito israeliano al comando del generale Eytan
concordò con il successore di Bashir Gemayel, capo delle
milizie cristiano-libanesi, un’operazione di “pulizia etnica” all’interno dei
campi profughi Palestinesi in Libano, e
così fu.
Tutto inizia già nella giornata del 15 con l’ingresso e il
rastrellamento da parte dei miliziani israeliani nei campi di Beirut, ormai
abbandonati dalle forze di protezione multinazionale europea, fatte ripartire
senza alcun motivo nei giorni precedenti. La vigliacca sudditanza di “questo
occidente” si palesa immediatamente e così vennero circondati gli ingressi di
Sabra e Shatila.
L’indomani 16 settembre, coperti da carri armati e bulldozer
con la stella di David i falangisti dell’esercito libanese poterono entrare
indisturbati e scatenarsi contro un popolo inerme ed indifeso.
Si tenga
presente che oltre 1500 palestinesi dell’OLP erano stati, neppure un mese prima,
fatti sfollare verso Tunisi.
Ma sarà solo il terzo giorno che si compirà il
vero e proprio sacrificio, con l’ingresso dei corpi speciali di Elias Arbeika,
capo dei servizi cristiano -libanesi, nelle cui file militano appartenenti alle
forze di invasione sionista.
Quando la croce rossa riuscirà ad entrare a Sabra
e Shatila, nonostante il tentativo di
nascondere l’infamia con ogni mezzo, il terribile crimine sarà fin troppo
evidente: donne incinte sventrate, bambini sgozzati, anziani squartati dai
cingolati, centinaia di corpi ammassati e abbandonati sotto il sole, ovunque
sangue.
La stampa internazionale dedicherà solo qualche settimana
all’eccidio, nessuna istituzione politica mondiale (ONU – GINEVRA – etc.) ha
mai condannato giuridicamente questo episodio, nessun responsabile politico di
governo né israeliano (Sharon) né libanese (Gemayel) ha mai risposto di queste efferatezze,
nei libri di storia si parla poco di Sabra e Shatila.
A trent’anni di distanza, noi non vogliamo
dimenticare, anzi vorremmo ricordare alle nuove generazioni, sostituendoci ai
libri di storia, che non sempre i vincitori hanno ragione e che il senso della
Giustizia è dato dall’equità dei giudizi stessi.
Quest’Europa dei mercanti
abbia a monito alcuni esempi per il futuro dei propri figli.
AGLI EROI, UOMINI, DONNE E BAMBINI DI SABRA E SHATILA (16-18 Settembre 1982)
kahlil.
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