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giovedì 2 giugno 2011

02-06-2011.....!


Se vogliamo, anche questo ci sa di vecchio, di nostalgico, di inadeguato ma sopratutto di un qualcosa che è distante, a meno che non si considerino solo alcuni aspetti quasi folkloristici.

Eppure ci piacerebbe l'esatto contrario, vorremmo riconoscerci attorno a qualcosa e festeggiarlo veramente, ma la attuale disillusione per certo tipo di organizzazzione politica ed economica, non solo italiana, ci allontana dal poterne essere solidali.

Non possiamo ipocritamente condividere uno Stato che non si occupa del benessere sociale sia dei singoli che dei molti che lo compongono, che non difende, anzi offende le identià e le diversità etniche e culturali che lo attraversano,che non rispetta la libertà di espressione spirituale attraverso le forme religiose.

Uno stato che umilia la scuola, la ricerca, il lavoro, la salute pubblica, la produzione economica se non a beneficio di pochi, che non pensa al futuro delle proprie generazioni, che non riesce a creare sinergie con altri popoli se non solo legate a sfruttamento e falsa produttività sulla falsa riga di un sistema mondialista e prevaricatore, che oltre ad avviarsi verso una naturale implosione crea focolai di guerra dappertutto anche sulla pelle dei giovani europei ed italiani che invece insieme dovrebbero indirizzare le proprie energie verso un futuro migliore.

Uno Stato che attraverso un meccanismo politico perverso, già più volte ribadito, quello della falsa partecipazione democratica nel bipolarismo artefatto ingabbia i sogni e le speranze di un popolo e addirittura, in perfetta sintonia, lo tradisce o non lo considera, poiche' ormai governano anche senza il 45% dei consensi.

Uno stato che da Roma in giù legalmente non esiste. La Giustizia, se mai sia esistita, attraverso i suoi organi e le proprie competenze al Sud ha abdicato, ma questo da tempo. Scende a patti con l'antistato che spesso si sostituisce con meccanismi sociali più redditizzi e propositivi, scavalcando l'autorità, sia pubblicamente che non. Nella rilettura della modernità o comunque nel tentativo di leggere il terzo millennio, crediamo non ci sia più posto né per stati né per repubbliche, anche per questo, cosi come per tanto altro consegnamo alla Storia il 2 Giugno.

A presto,Antonio!

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