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venerdì 2 dicembre 2011

GOLPE IN GIACCA E CRAVATTA

Senza voler dare nulla per scontato, poiché l’evoluzione degli scenari è davvero troppo rapida, stiamo assistendo a un cambiamento di natura epocale. Anche se, e questo può sembrare in assoluta controtendenza, di mutamento radicale ne vediamo ben poco, piuttosto potremmo definirlo la naturale conseguenza di una serie di concatenazioni storico-politiche, che si sono concretizzate avendo come risultato l’attuale situazione oggi più visibile e diretta.

La progressiva sostituzione nei vari Paesi europei di governi da politici a tecnici ed economici alla guida della cosa pubblica è ormai, almeno per il momento, un fatto inequivocabile ed inarrestabile.

Se la politica lascia il primato alla finanza non è soltanto perché ci troviamo in un momento in cui necessita l’intervento drastico su un malato morente e nè tantomeno può esserlo per motivi logici. Intanto perché, se anche così fosse, nulla vieterebbe di apportare cambiamenti di natura istituzionale e politica prima che economici e finanziari.

Di fatto che entità sovranazionali determinino quotidianità esistenziali di interi popoli è una cosa anomala, contronatura, ma purtroppo in maniera acefala accettata. In meno di quarantotto ore l’Italia si è ritrovata in una situazione nuova e veramente “rivoluzionaria” e in tempi rapidissimi la politica ha abdicato al proprio ruolo e lo ha fatto con molta discrezione, senza battere ciglio.

Con reverenza quasi assoluta i servi stendono il tappeto alla marcia trionfale dei loro padroni di sempre che oggi, svelati, hanno diritto al trono e alla reggenza.

Che l’Italia non fosse fatta per il bipolarismo lo avevamo evidenziato da tempo: eredi del peggio del peggior Fascismo, nipoti del più squallido catto-comunismo europeo, cresciuti a pane e Balena Bianca e allattati al seno della più illegale legalità si è riusciti a partorire il mostro odierno che si nutrirà del sangue del suo stesso popolo.

Per altro il progressivo distacco di intere fasce generazionali dalla politica ha fatto sì che qualunque forma di ribellione venga affidata a tecnologie virtuali, che non guasterebbero se si approdasse ad una reale tecno-ribellione anziché ad un reale e contrario tecno-controllo. Per intenderci: su facebook è possibile tutto ed il contrario di tutto.

A Wall Street e dintorni si formano Monti e Draghi. Quindi oggi ecco la risultante, di nuovo oligarchi al potere e satrapi obbedienti al loro seguito che guidano orde divaganti ed elemosinanti di non si sa quale futuro, lasciati alla deriva in attesa che lo “spread” riscenda per tornare a consumare con “dignità” e spendere con “onore”.

Costruire Contropotere nelle sua azione politico-esistenziale, avendo scelto l’arma dell’analisi e della diffusione, nonché del superamento di fittizie barriere ideologiche, cerca di fare chiarezza in mezzo a nebbie ad arte create.

“Abbiamo sognato un’Europa diversa, madre prospera dei suoi figli, non schiava di mercanti sanguisughe”.

La Redazione

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