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venerdì 18 gennaio 2013

MUOS: Muostro di Un'Occupazione Straniera


Rigore. Tra i tanti concetti sbandierati da Monti, tra le bugie utilizzate dal suo governo per giustificare la sua politica al massacro, tra le nefandezze evidenti difese come necessità inderogabili, una verità c’è stata, una promessa realizzata: rigore.
Se ne parla spesso nell’ambito della politica economica, verosimilmente perché le riforme in questo ambito pesano su tutti in modo più palese. In realtà è un modus procedendi più generale, che coerentemente è portato avanti in tutti i settori e di cui abbiamo avuto prova concreta fino a qualche giorno fa, qualcuno ha addirittura avuto una conferma che potremmo definire “tattile”, offerta da prodi difensori dell’ordine muniti di manganello.
È la notte tra il 10 e l’11 gennaio, quando il blocco pacifico organizzato dal comitato NO MUOS di Niscemi, a Caltanissetta, viene duramente caricato da polizia e carabinieri, per permettere il passaggio del convoglio che trasporta le autogru per l’installazione delle parabole del Muos (acronimo di Mobile User Objective System). È dal 22 Novembre che centinaia di persone si alternano in un presidio permanente, risultato di mesi di lotta per la difesa del proprio territorio e prova della volontà e della forza a resistere, volte ad impedire il montaggio delle antenne del “Muostro”. Finora questa battaglia pacifica non aveva avuto a che fare con reazioni di violenza ed è continuata nonostante il susseguirsi di eventi e decisioni a sostegno e contro questo eco-mostro. In breve, si tratta di un sistema militare di antenne che dovranno essere installate nella base usa di Niscemi e che, consentirà di trasmettere gli ordini e le informazioni necessarie per qualsivoglia azione di guerra, convenzionale, chimica, batteriologica, nucleare ai sistemi operativi impiegati (cacciabombardieri, unità navali, sottomarini, reparti militari, ecc.), in qualsiasi parte del mondo si trovino. Il sistema satellitare, nelle intenzioni del Pentagono, dovrà ridurre enormemente i tempi di trasmissione e ricezione e aumentare di 10 volte il numero dei dati trasmessi nell’unità di tempo. L’applicazione del Muos risponderà inoltre alle strategie militari future, quelle che puntano sulla totale automatizzazione della gestione dei conflitti, a partire innanzitutto dall’uso intensivo degli aerei senza pilota, come i Global Hawk già installati nella stazione aeronavale siciliana di Sigonella, destinata a fare da vera e propria capitale mondiale dei droni. Questo impianto composto da tre antenne satellitari di circa 18 metri di altezza e due torri radio che raggiungono i 150 metri va a sommarsi ad un dannoso sistema di 41 antenne che trasmettono onde ad alta e a bassa frequenza, già presente nella stessa base dal 1991.
Le ragioni del movimento NO MUOS si fondano sulla denuncia di una sempre maggiore “occupazione Statunitense” del territorio italiano e in particolare siciliano, che in un futuro conflitto potrebbe vederci obiettivo sensibile, ma soprattutto fanno leva sulle devastanti conseguenze derivanti da quest’opera. Il raggio d’azione delle antenne è di circa 100 km, coinvolgendo quindi una fetta di territorio molto più ampio del solo comune di Niscemi, e l’inquinamento elettromagnetico derivante sarebbe causa di fortissimi rischi ambientali e per la salute. Il politecnico di Torino, in una relazione dei prof Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu conclude che “Alle emissioni del sistema MUOS sono associati rischi di gravi incidenti e di danni per la salute della popolazione e per l’ambiente, che andrebbero attentamente valutati, e che ne impediscono la realizzazione alla distanza di appena qualche Km da aree densamente abitate, come quella della cittadina di Niscemi”. Rischio tumori, incidenza sulle funzioni cerebrali, leucemie, problemi agli occhi, malformazioni nei nascituri, e ancora, problemi legati alla fauna del territorio circostante, dagli uccelli alle api. Qualche volpe oltretutto ha individuato in una riserva naturale il luogo in cui realizzare la struttura, si tratta della riserva Sughereta di Niscemi, sito di interesse comunitario e in cui vige l’assoluto divieto di edificare. Problemi ci sarebbero anche per le interferenze che si creerebbero, tali da incidere sul normale traffico aereo, si pensi a Sigonella, Fontanarossa e Comiso, oltre che sui normali dispositivi elettronici come pacemaker e defibrillatori. Interferenze che potrebbero addirittura innescare gli stessi ordigni trasportati. Non è un caso che gli altri impianti simili finora esistenti siano stati costruiti in aree deserte (in Arizona, in Australia e nelle Hawai) e che gli stessi americani per evitare la possibile detonazione degli ordigni di Sigonella, hanno pensato a Niscemi.
Del resto la Sicilia è territorio strategico per un’occupazione militare statunitense, alias per un rafforzamento delle loro basi, dal punto di vista geografico risulta una vera e propria cerniera tra occidente e nord africa ma soprattutto tra occidente e medioriente.
In ogni caso si è dovuti arrivare alla forza, con gente che impediva con il proprio corpo il passaggio dei convogli, per ottenere il blocco del cantiere e le dichiarazioni dal presidente della regione Crocetta concernenti la volontà di revocare la concessione dei lavori. Nonostante il normale scetticismo legato all’abitudine a non illudersi con le promesse del politico di turno (in Val di Susa si sa qualcosa) e che porta a considerare al condizionale quanto ha affermato, non possiamo ignorare quella politica del rigore che si esprime perfettamente nelle parole del ministro Cancellieri: “Non sono accettabili comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e la libera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione”. Rigore, l’art 32 della costituzione verrà presto sostituito, per la tutela di questo fondamentale principio.

Vincenza bagnato

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