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venerdì 18 gennaio 2013

Disintegratori del sistema di tutto il mondo, sparpagliatevi


Rivoluzionari di destra, sinistra e di lato: sparpagliatevi perché avete fallito. Ancora una volta il vostro rifugio è l’ignoranza, l’impotenza. In termini concreti il vostro rifugio è ancora una volta lo Stato. Che sia organico, etico o che sia riformista e simil-socialdemocratico cambia ben poco. Da un lato il grottesco e totalmente decontestualizzato ritorno all’Iri, dall’altro un altrettanto grottesco programma mirante a ripristinare né più né meno lo scenario politico-sociale precedente agli anni 80 del Novecento. Avanguardie? Fascismi e partigianerie del terzo millennio? Eravate già vecchi negli anni ottanta, figuriamoci ora. Sì, il riferimento a fiscal compact e ad estinzioni di debiti pubblici fa molta impressione e lì per lì fa piacere notare anche un pizzico di “attualità” ma non è facile conquistarci con questi vaghi riferimenti. Soprattutto se chi li propone ha le caviglie legate ai cubi di cemento del passato. Il limite della sopportazione è quasi raggiunto se il punto-forza della sinistra odierna è la patrimoniale: Monti vi ha già quasi raggiunto e il resto d’Europa c’è arrivata (o è molto vicina) già da un pezzo. Per non parlare di chi, invece, da ottimo studioso di geopolitica vuole ripristinare la situazione nel Mediterraneo e Oceano Indiano (non si fanno mancare niente) a quella degli anni Trenta, con riferimento velato ad una ripresa del riarmo (niente limiti agli armamenti…) questione indispensabile in vista di una guerra finanziaria. Quindi, che dire, l’euro-scetticismo: ritorno alle banche nazionali e, perché no, anche della lira che sta tanto a cuore ai discorsi del bar sotto casa. Da un lato sterile buonismo umanitario, dall’altro protezionismo e nazionalismo a rotta di cuffia e fuori tempo massimo. Poi non dite che c’è chi è bravo solo a distruggere, perché fan tutto con le loro mani se si arriva ancora a dire che il “capitalismo va riformato” e la proprietà privata garantita dallo Stato. Certo non appare opera di ingegno avanguardista proporre il semplice (e per alcuni ovvi motivi pur sempre auspicabile) blocco delle privatizzazioni, basterebbe tornare all’Italia di appena pochi anni fa. Dov’è il vostro nuovo che avanza, dov’è la vostra rivoluzione della società civile? Perché non capite che l’esperienza dello Stato-Nazione, dello Stato imprenditore, dello Stato borghese di transizione può e deve dirsi conclusa? Perché non vi guardate intorno per capire che la realtà sta oltre i vostri orizzonti storico-ideologici? La storia (è maestra di vita e questo lo ripetono fino alla nausea fin dall’asilo, e lo sappiamo) seppur orientata alla ciclicità delle epoche -almeno questa è l’opinione di chi scrive- non è statica, immobile. Le esperienze storiche non possono incarnare un principio di verità riproponibile all’infinito. Lo possono solo alcune (e poche,essenziali) idee, non le loro applicazioni. E le idee che non moriranno mai son quelle che vedono l’uomo libero dalle costruzioni artificiose costruite nel tempo e gravanti sul suo capo fino ad impedirgli il movimento fuori dal recinto del procedere storico. Indietro non si torna e all’alba del nuovo tempo c’è l’Uomo che si libera e crea, di nuovo, la sua realtà e, stavolta, senza lo Stato.

Marco Masulli


"L'elettore si trova davanti a un vero paradosso, perché a invitare a sceglierlo liberamente è un potere che, per parte sua, non ha alcuna intenzione di rispettare le regole del gioco." 

Ernst Junger

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