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venerdì 23 novembre 2012

IL LAVORO 'MOBILITA' L'UOMO



Fiat Pomigliano. All’ordinanza della Corte di Appello di Roma che ingiunge all’azienda il reintegro di 19 lavoratori ingiustamente licenziati (guarda caso iscritti FIOM), l’azienda risponde avviando la procedura di mobilità per la riduzione del personale di 19 unità. Non è una barzelletta né uno scherzo. È successo realmente nello stabilimento che ha battezzato la nuova era di un mondo del lavoro con sempre meno diritti, precursore delle attuali riforme.

Non è questo un caso sporadico, anzi potrebbe essere rappresentativo della paradossale situazione del lavoro oggi.

All’Ilva di Taranto, 2000 persone sono in attesa di cassa integrazione e i 336 milioni promessi dal ministro Clini per la bonifica suonano come un bluff, si tratterebbe di fondi già stanziati per diversi progetti. Un brutto scherzo del nostro ministro (la cui storia conferma la sua “incompatibilità con l’ambiente”) dal momento che oltre 400 casi di morte e centinaia di casi di malattie sono stati accertati come attribuibili alle emissioni industriali dello stabilimento siderurgico. È la solita solfa delle “cattedrali della morte”, difese in ragione dei posti di lavoro che garantiscono. 
La stessa situazione si configura in Sardegna, per l’Alcoa e la Carbosulcis: da una parte il bisogno di lavorare, dall’altra emissioni tossiche e inquinamento.
 
A dare uno sguardo ai vari contesti lavorativi italiani, risulta evidente la posizione di un lavoratore che non può contare su alcuna certezza, attanagliato dalle logiche di mercato da cui dipende il suo posto e che sempre più spesso giustificano licenziamenti, costretto a convivere con una precarietà che ormai è diventata regola.

Le recenti riforme del lavoro confermano pienamente questo andamento, incentivando ancora la flessibilità e snellendo le procedure di licenziamento. Da qui la modifica dell’art 18 dello statuto dei lavoratori (di cui tanto si è parlato ma che ormai è caduta nel dimenticatoio) per cui in caso di licenziamento illegittimo si prevede ora soltanto il diritto ad un indennizzo e non anche il reintegro sul posto di lavoro, rimettendo tale decisione al giudice.

Da uno degli ultimi accordi cui, al solito, hanno aderito i cagnolini da riporto di cisl e uil, si permetterebbe nell'ambito della contrattazione aziendale, di derogare ai contratti nazionali di lavoro e alla legge dello Stato, riconoscendo di fatto ai datori di lavoro un potere enorme, potendo derogare alle norme basilari poste a tutela dei lavoratori.

Ancora, grazie ai tagli previsti nella Spending Review (alcune espressioni meglio dirle in inglese così la gente non capisce), nel 2013 circa 6000 dipendenti pubblici potranno restare serenamente a casa; mentre nella legge di stabilità (espressione tranquillizzante) i tagli sulla scuola ammontano ad un miliardo ed è facile intuire come ciò vorrà dire ulteriori licenziamenti e blocco di assunzioni.

Grazie a questi tecnici e ad un sistema di concorrenza senza pietà che sta prendendo sempre più il sopravvento sulla nostra vita la disoccupazione è al 10,8%, quella giovanile al 35% (più di un giovane su 3 è disoccupato) e i suicidi, legati ad una crisi che tutto giustifica, quest’anno hanno superato quota 100.

Poi arriva la Fornero, che mentre si occupa di frantumare gli ultimi brandelli di diritti, trova il tempo per rivolgersi ai giovani, choosy, troppo sofisticati. E allora in un presente incerto e con un futuro smantellato, a braccetto con l’idea di precarietà, riceviamo l’ennesima manganellata.


Vincenza Bagnato

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