Le capacità del governo tecnico
guidato da Mario Monti hanno senz'altro qualcosa di miracoloso. A ben guardare
infatti sono stati capaci di realizzare ciò che altri non erano riusciti
minimamente a pensare. Non bastavano già i disoccupati "tradizionali",
i lavoratori flessibili che si flettono sempre ad un dato angolo che non
è difficile immaginare, e i precari che diventeranno poi nuovi
disoccupati.
Ai tecnici non bastava
ancora, dando uno sguardo al complesso mondo dell'economia italiana e con tutta
la creatività che riescono a esprimere sono riusciti nella difficile impresa di
creare un nuovo tipo di disoccupato: l'esodato.
E' una nuova italica
creatura per metà lavoratore e per metà pensionato, ma che a causa della
tradizionale tendenza italiana per le eterne incompiute ha finito con non
l'essere né l'uno né l'altro.
Condizione abbastanza
particolare quella dell'esodato nell'Italia del 2012, in pensione prima del
previsto -la legge italiana lo permetteva- si è visto, appena giunto
sulla soglia della tanto agognata pensione, sbattuta la porta in faccia dal
nuovo padrone di casa che nel frattempo ha cambiato le regole, finendo con non
l'avere né un lavoro né una pensione.
Ed è a questo punto che
arriva l'unica cosa puntuale in questo Paese: la farsa. Nessuno sa dire il
numero preciso degli esodati. Via quindi con la battaglia delle cifre. Per la
Fornero sono circa 60 mila, 390 mila invece per l'INPS che ormai assomiglia
sempre più alla "megaditta" di fantozziana memoria. Fortunatamente il
numero preciso non è stato chiesto alla Questura, altrimenti non sarebbero
arrivati a più di una decina.
In sette mesi nessuno ha saputo dare
una risposta precisa né per quanto riguarda il numero, né per una eventuale
soluzione. Oltre la battaglia dei numeri e la richiesta delle teste dei vertici
INPS da parte della Fornero, quest'ultima ha proposto di dividere gli esodati
in due blocchi: per i primi 60mila (gli esodati 2013) è pronta una
copertura economica mentre per tutti gli altri si vedrà, per dirla in parole
povere, quando ci saranno i soldi.
Di quanto ci si possa
fidare di un ministro italiano lo prova l'esistenza stessa degli esodati.
Diventa chiara e palese quindi la domanda che inevitabilmente non si può non
porre: è una questione di numeri o di volontà?
Perchè è davvero difficile
credere che la terza economia europea non sappia il numero di una parte della
sua cittadinanza quando sappiamo bene quanto oggi uno Stato sia in grado di
controllare e conoscere qualunque dato riguardi i suoi cittadini.
A onor del vero sembra che
il ministro Fornero stia solo prendendo tempo in cerca di una soluzione che non
sconvolga i piani economici per i quali il governo Monti è stato chiamato a
governare, che non mandi in frantumi la loro efficiente aria da primi della
classe costruita ad hoc per l'italiano medio di cui faremmo volentieri a meno.
Sembra piuttosto che non ci sia la reale volontà di dare ciò che agli esodati
spetta di diritto.
Anche prendendo per buona la
battaglia sulle cifre il risultato e le considerazioni non mutano di certo.
Basta fare un esempio per capire e riflettere: in Italia si conosce meglio il
numero di cani nei canili che quello degli esodati.
Risulta evidente quanto la
Repubblica Italiana con tutte le sue istituzioni tenga in considerazione i suoi
cittadini, ai quali chiede continui sacrifici ma che non esita ad abbandonarli
quando questi sono in difficoltà.
D'altra parte si nota come
anche gli esodati, 60 o 390 mila che siano, abbiano fatto poco -salvo poche
eccezioni- per far valere le proprie ragioni, attendendo che il sistema
burocratico italiano e qualche ministro si ricordi di loro, ignorando che sono
gli stessi a cui ora si rivolgono ad averli resi esodati e che adesso si prende
gioco di loro.
Giuseppe Pennestrì
Giuseppe Pennestrì
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