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giovedì 5 luglio 2012

FARSA ALL'ITALIANA


Le capacità del governo tecnico guidato da Mario Monti hanno senz'altro qualcosa di miracoloso. A ben guardare infatti sono stati capaci di realizzare ciò che altri non erano riusciti minimamente a pensare. Non bastavano già i disoccupati "tradizionali", i lavoratori flessibili che si flettono sempre ad  un dato angolo che non è difficile immaginare, e i precari che diventeranno poi nuovi disoccupati. 

Ai tecnici non bastava ancora, dando uno sguardo al complesso mondo dell'economia italiana e con tutta la creatività che riescono a esprimere sono riusciti nella difficile impresa di creare un nuovo tipo di disoccupato: l'esodato. 

E' una nuova italica creatura per metà lavoratore e per metà pensionato, ma che a causa della tradizionale tendenza italiana per le eterne incompiute ha finito con non l'essere né l'uno né l'altro. 

Condizione abbastanza particolare quella dell'esodato nell'Italia del 2012, in pensione prima del previsto -la legge italiana lo permetteva-  si è visto, appena giunto sulla soglia della tanto agognata pensione, sbattuta la porta in faccia dal nuovo padrone di casa che nel frattempo ha cambiato le regole, finendo con non l'avere né un lavoro né una pensione. 

Ed è a questo punto che arriva l'unica cosa puntuale in questo Paese: la farsa. Nessuno sa dire il numero preciso degli esodati. Via quindi con la battaglia delle cifre. Per la Fornero sono circa 60 mila, 390 mila invece per l'INPS che ormai assomiglia sempre più alla "megaditta" di fantozziana memoria. Fortunatamente il numero preciso non è stato chiesto alla Questura, altrimenti non sarebbero arrivati a più di una decina.

In sette mesi nessuno ha saputo dare una risposta precisa né per quanto riguarda il numero, né per una eventuale soluzione. Oltre la battaglia dei numeri e la richiesta delle teste dei vertici INPS da parte della Fornero, quest'ultima ha proposto di dividere gli esodati in due blocchi: per i primi 60mila (gli esodati 2013)  è pronta una copertura economica mentre per tutti gli altri si vedrà, per dirla in parole povere, quando ci saranno i soldi. 

Di quanto ci si possa fidare di un ministro italiano lo prova l'esistenza stessa degli esodati. Diventa chiara e palese quindi la domanda che inevitabilmente non si può non porre: è  una questione di numeri o di volontà? 

Perchè è davvero difficile credere che la terza economia europea non sappia il numero di una parte della sua cittadinanza quando sappiamo bene quanto oggi uno Stato sia in grado di controllare e conoscere qualunque dato riguardi i suoi cittadini. 

A onor del vero sembra che il ministro Fornero stia solo prendendo tempo in cerca di una soluzione che non sconvolga i piani economici per i quali il governo Monti è stato chiamato a governare, che non mandi in frantumi la loro efficiente aria da primi della classe costruita ad hoc per l'italiano medio di cui faremmo volentieri a meno. Sembra piuttosto che non ci sia la reale volontà di dare ciò che agli esodati spetta di diritto.

Anche prendendo per buona la battaglia sulle cifre il risultato e le considerazioni non mutano di certo. Basta fare un esempio per capire e riflettere: in Italia si conosce meglio il numero di cani nei canili che quello degli esodati.

Risulta evidente quanto la Repubblica Italiana con tutte le sue istituzioni tenga in considerazione i suoi cittadini, ai quali chiede continui sacrifici ma che non esita ad abbandonarli quando questi sono in difficoltà. 

D'altra parte si nota come anche gli esodati, 60 o 390 mila che siano, abbiano fatto poco -salvo poche eccezioni- per far valere le proprie ragioni, attendendo che il sistema burocratico italiano e qualche ministro si ricordi di loro, ignorando che sono gli stessi a cui ora si rivolgono ad averli resi esodati e che adesso si prende gioco di loro. 


Giuseppe Pennestrì

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