Ad
oltre settant'anni dalla scomparsa terrena, un fantasma si aggira per l'Europa
e lo fa affacciandosi alla platea più importante della cultura francese. La
Pléiade, seppur con ritardo, riconosce il prestigio e il valore di uno dei suoi
figli piu nobili e ribelli: Pierre Drieu La Rochelle.
Drieu semplicemente e per
tutti e soprattutto per sempre, cosi lo chiamavano i suoi amici e i suoi
moltissimi nemici, i detrattori delle sue opere e gli estimatori del suo stile
elegante e diretto.
Spesso vedrà infrangere i propri sogni sulle barriere della
stupidità umana senza mai arretrare, ma aprendosi a nuovi orizzonti nei quali
lasciare liberi i propri ideali.
Deluso sovente dagli eventi che sconvolgono la
sua epoca e da uomini che non recepiscono il suo grande anelito, non abbandonerà
mai la visione di un' Europa, sua Terra, sua Madre, aggregazione di uomini
liberi.
La sua formazione, da Platone a Nietzsche, passando per Baudelaire e
Rimbaud, si arrichisce anche di approfondimenti
religioso-esoterici, l'interesse
per talune dottrine tradizionali indo-europee soddisferanno spesso le sue
esigenze spirituali.
Spesso profetico nell'annunciare i disastri ai quali si
assisterà in seguito nello scenario mondiale ed europeo. In particolare, così si
esprimeva: - “Povera Europa lacerata, perduta. Hai chiamato gli americani da
un lato e russi dall'altro. E adesso sei calpestata, votata a tutte le
distruzioni, a tutte le amputazioni – irrimediabili.”- (dal Diario
1939-1945).
L'autore di Gilles
conferma a se stesso e agli altri quanto sia complesso il rapporto tra le
idee e gli uomini che dovrebbero o potrebbero rappresentarle; attuale,
nell'analizzare la terribile ingerenza economica nella storia d'interi popoli e
nell'evidenziare la grave inversione rispetto alla qualità della vita e alla
visione spirituale del Mondo.
Da questo, ma anche da altro la sua profonda e
bellissima solitudine che lo porterà a scelte senza ritorno; già in Fuoco
fatuo queste tematiche erano presenti, filtrate attraverso ciò che per
Drieu sarà il fil rouge della sua scrittura: mettere in campo la propria esistenza
con tutte le contraddizioni e le certezze ma comunque senza sbavature e senza
ripiegamenti.
Detestava dal profondo del cuore l'animo borghese e non ne farà
mai mistero, avvertendo in questa condizione umana l'esatta contrapposizione
del suo mondo e per questo utilizzerà tutto ciò che les bourgeous gli potevano
offrire.
Il suo rapporto con le donne meriterebbe uno scritto a parte poichè “L'uomo
pieno di donne” proprio attreverso i molteplici incontri sviluppò una parte
importante del suo essere, misurandosi a viso aperto e senza mai nascondersi.
Non rinnegherà mai di aver sposato donne ricche solo per convenienza, ma non
tradirà mai i momenti più belli della sua vita, e mentre intrattiene il
rapporto forse più importante con Christianne Renault trasferisce a Victoria
Ocampo moltissimo del suo credo politico ed esistenziale e, fino a quando potrà,
le amerà.
La Ocampo in una lettera poi resa nota, centrerà le molte
contraddizioni di Drieu: - “Amarti non è stato un errore, ne sono certa. Se
fossi convinta di essermi ingannata sarei indulgente con te. Non posso essere
indulgente.”
E sarà ancora un'altra donna ad assisterlo nel suo ultimo viaggio, Che strano viaggio, nella notte tra il 14 e il 15 marzo del '45, una liberazione e un inizio, l'inizio di una testimonianza di vita. Morirà fascista, di quel fascismo immenso e rosso che solo lui poteva vivere, ma che anche ad altri è dato godersi.
Antonio Toscano
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