Archivio blog

venerdì 18 maggio 2012

L'ILLUSIONE DEL CAMBIAMENTO


Capita di assistere ad ogni tornata elettorale ai sempre più frequenti trionfali isterismi da cambiamento, affidando la propria fiducia all'iniziale istinto di apparenza che com'è noto inganna.

E' accaduto con Monti in Italia e sta succedendo adesso con Hollande in Francia. Su quest'ultimo si è detto che è appunto l'uomo del cambiamento, colui che può mettere in serio pericolo non solo la stabilità europea ma le sue stesse istituzioni. Ma è davvero così? 

Si peccherebbe di grave ingenuità se si pensasse che il volto istituzionale e soprattutto quello economico possano essere cambiati così facilmente, solo con una vittoria elettorale.

Le dichiarazioni del neo presidente francese, infatti non lasciano alcun dubbio in merito. L'intento è solo quello di rendere il "fiscal compact" (il trattato il cui nodo principale è il divieto di deficit, che deve essere tradotto in legge da ogni Stato interessato) meno "fiscale" e che contenga misure per la crescita europea. 

Bisognerebbe ricordare agli amanti dei parallelismi che fu proprio Mitterand, l'uomo nella cui ombra crebbe Hollande e a cui oggi viene paragonato, a varare negli anni ottanta misure in un quadro di liberalizzazioni e privatizzazioni, e che furono proprio i socialisti francesi i più accesi fautori del trattato di Maastricht nel lontano 1992. 

Se Hollande tenterà un  cambiamento probabilmente sarà solo quello orientato ad un maggiore equilibrio nei rapporti franco-tedeschi inseriti in uno scenario di rafforzamento delle istuzioni europee e dei suoi diktat economici e non di un reale svolta. Inoltre è molto poco probabile la creazione di un'allenza socialista con l'eventuale vittoria dell' SPD tedesco nelle politiche del 2013.

Se si pensa che il principale candidato socialista alle presidenziali francesi era Dominique Strauss-Kahn (ex capo dell'FMI) e che Manuel Valls in odore di nomina a ministro o premier era tra gli invitati del club Bilderberg nel 2008 a  Chantilly (Virginia, USA) si capisce quanto i proclami di cambiamento siano fittizi, fondamentali per la vittoria di una campagna elettorale, ma poco credibili di fronte ai riscontri reali.

L'Europa necessita, oggi più che mai, di un reale mutamento, volto però al rovesciamento dei rapporti esistenti. Smarcarsi dal potere della BCE tanto per iniziare e rivendicare l'autonomia politica e umana dei popoli europei. Ecco il vero cambiamento, monsieur, le president.

Da Les Champs Elysées--Joséph Le Pennestrì

Nessun commento:

Posta un commento