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mercoledì 28 marzo 2012

NO TAV, SI ALLA VITA!


Da sempre l'edificazione di grandi opere ha significato l'esistenza di grandi civiltà e di grandi passaggi storici, non è il caso di questa recente Italia che purtroppo di civile ha ben poco. 

Se vent'anni fa, e nutriamo dei seri dubbi anche su questo, poteva avere un senso, la costruzione di un tunnel lungo piu di 13km per snellire il traffico di merci e di uomini e collegare senza essere bypassata l'Italia del mercato dal resto d'europa, oggi proprio, a parte tutte le altre considerazioni non meno importanti, questo senso è privo di logica, almeno per chi crede ancora in una diversa visione della politicia rispetto all'accezione odierna di questo termine.

Le considerazioni di cui parliamo, sono in fondo molto semplici e prevedono tra l'altro una giusta contrapposizione: intanto, scavare tra le montagne della Val di Susa per un periodo così lungo sottopone la popolazione del luogo a rischi sanitari elevatissimi, in quanto esistono fortissimi rilevamenti di amianto e uranio con le debite conseguenze che ne potrebbero scaturire dalla fuoriuscita; ancora, dal punto di vista ambientale un cantiere aperto per almeno 10 anni non può che causare dissesti idrogeologici sul territorio, modificandone le naturali conformazioni, creando possibilità di frane e rendendo l'aria irrespirabile. 

Con questa situazione in atto non si potrà a lungo parlare di sviluppo turistico, anzi al contrario ci ritroveremo davanti a un blocco totale di quelle risorse che hanno reso la Val Susa un luogo tipico per le attrattive di natura turistico commerciale; di conseguenza a risentirne ne sarebbe l'economia di tutta la zona in modo irreversibile, con la conseguente perdita di posti di lavoro. 

Gli unici soggetti a trarne ovvio beneficio sarebbero le imprese e le ditte esterne incaricate del lavoro, gli abitanti delle valli sarebbero defraudati di ogni possibilità lavorativa per un lungo periodo e ciò renderebbe incerto il futuro delle giovani generazioni. 

Tutto ciò, e ancora di più, per fare Torino - Lione in meno di 2 ore? Ciò non è utile a nessuno in quanto al momento non è giustificato il movimento di merci e di uomini proprio in quelle zone, forse non c'era neppure prima ma è notorio che le grandi opere servono spesso ad arricchire interessi di altro tipo per favorire gruppi economici cui poco interessa dei bisogni della gente e che molto si occupano invece di movimenti di denaro. 

Se è vero da ciò che risulta che questo carrozzone prevede un investimento di quasi 23mld di euro, ecco che il cerchio si chiude; provate ad immaginare chi può essere interessato a questo fiume di denaro, di certo non i valligiani e i loro figli. 

Peraltro non essendo reale che l'Italia debba necessariamente rispettare gli impegni presi durante la trattativa europea con i colleghi francesi, sarebbe auspicabile, e dal nostro canto propositivo, riconveritre eventualmente queste cifre per interessi legati si al fondo europeo, ma di natura sociale e più diretta. Per esempio: perché non rafforzare la rete ferroviaria interna a beneficio dei lavoratori pendolari e migliorare i collegamenti turistici? 

Ciò comporterebbe un miglioramento della qualità della vita degli abitanti della valle e favorirebbe lo scambio, quello si di merci interne, consentendo un notevole e vantaggioso sviluppo turistico, rivalutando un naturale ritorno economico in quei luoghi con la creazione di nuovi posti lavoro. Si eviterebbero i suddetti disastri sanitario ambientali e la montagna e gli uomini tornerebbero a respirare. Utilizzando gli stessi fondi si aprirebbe una proposta di sviluppo imperniata sull'incentivazione della produzione locale anziché mortificarla, ci riferiamo a tutto ciò che quelle zone potrebbero produrre e ridistribuire. Infine, e non ultimo, si eviterebbero naturali e malevole infiltrazioni di natura mafiosa che eviterebbero l'estendersi di un cancro al nord già presente. 

Siamo purtroppo però prigionieri di una miserabile politica fatta da miserabili uomini, siano essi governi tecnici o governi circensi (appena quattro mesi fa nani e ballerine occupavano il palcoscenico della cosa pubblica); questo è lo specchio dell'epoca attuale con la quale le nuove generazioni dovranno confrontarsi. 

Il vero scontro non è tra finti rivoluzionari o pecorelle, cosa della quale poco c'interessa, ma tra generazioni che dovranno presto confrontarsi con il loro futuro. Preferiamo prendere la parte di chi con dignità non abbandona le colline della Val di Susa per non recidere le proprie radici svendendole per quattro soldi davanti a un buco di migliaia di metri. 

Tutto questo però, ci teniamo a dirlo, non può passare solo da canali istituzionali, in quanto occorre alle volte delegittimare chi, pretendendo di rappresentare, preferisce prostituire se se stesso e gli altri sull'altare del fittizio bene comune per poi consegnarsi al proprio padrone. 

Per noi dev'essere la vera volontà popolare, sociale, lavorativa ad avere l'ultima parola, quindi opporre all'arroganza di oligarchi e dei loro servi, la determinazione di comunità e moltitudini di uomini liberi, forti delle loro scelte.. e la scelta è: NO TAV, SI ALLA VITA!

Antonio Toscano

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