E' sorprendente notare
come esistenze e quotidianità disunite per tanto tempo possano, d'un tratto,
ritrovarsi unite dalle sciagure che l'economia del debito e la prassi
dell'autoritarismo fanno piombare su di esse.
Negli ultimi mesi si è assistito
ad un attacco massiccio da parte della cultura dominante contro la sovranità e
la dignità umana che ha ulteriormente, quasi paradossalmente, contribuito ad
accrescere il sentimento di unità tra gli uomini in cerca di liberazione.
Dal
default greco dato ormai per certo alle ciniche delocalizzazioni e attacchi ai
mezzi di tutela per i lavoratori in Italia, dai raid israeliani per
rappresaglia sulla Striscia che hanno appena causato la morte
di 14 civili palestinesi ai gesti estremi di disobbedienza civile dei contadini
e attivisti no tav nella valle assediata da un autoritarismo ottuso e violento,
dall'unione dei moderati per le riforme del lavoro "necessarie" a
precarizzare larghe fasce di popolazione ai regimi d'austerity imposti a mezza
Europa in bancarotta.
Il cittadino indebitato, l'uomo indebitato in sé
rappresenta oggi l'unica via di salvezza per uscire dall'indebitamento della
nostra esistenza.
Dove il debito e i soprusi ci uniscono nasceranno nuclei di
resistenza umana pronti a rovesciare l'unità del debito in unità fuori e contro
il debito.
Appoggiare ogni mobilitazione, creare occasione di confronto e di aggregazione,
soffiare sul fuoco della rivolta è oggi più che mai giusto e necessario.
L'unità nel debito, li seppellirà.
Marco
masulli
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