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mercoledì 29 febbraio 2012

LIBERI DI SCEGLIERE O SCEGLIERE DI LIBERARSI


Cari lettori, è bene di tanto in tanto spezzare la seriosità delle nostre pagine con qualcosa di più “leggero”.

Oggi ci preme ridiscutere di un argomento mai trattato, se non in forma lievemente critica, ovvero della moda.

Per moda s'intende la manifestazione maggiore della frequenza di un evento, fra un numero noto di soggetti meglio conosciuti come “campione”. Questo dovrebbe essere però un evento fisiologico, influenzato dalla soggettività.

Invece perchè non va cosi!? Perchè le mode o tendenze sono note ai mercati prima ancora che l'evento si manifesti!? La risposta è più semplice di quel che possiamo immaginare. La moda non esiste, se non in forma del tutto teorica e per provare puerili esperimenti su piccoli gruppi di soggetti.

Esistono però le grandi aziende detentrici del potere, che organizzano degli studi periodici che programmano a tavolino i gusti delle persone in termini di vestiario, tecnologia, gusti alimentari e tutto ciò che concerne la sfera dei sensi, insomma come se premessero il tasto reset di una macchina per riprogrammarla.

E noi come tanti automi ci lasciamo resettare e riprogrammare. E in tutti questi anni abbiamo permesso loro di farlo, in nome di una finta libertà di scelta.

Senza andare molto lontano, cinquanta anni fa come alternativa a una torta fatta in casa, come merenda per i bimbi di allora, c'era un pezzo di pane con un po di “industrialissima” cioccolata, a distanza di pochi anni le prime merendine, poi le altre sempre più complesse e con nuovi sapori che prendevano le distanze e soppiantavano quelli genuini di una torta casalinga, fino ad arrivare ai nostri giorni, dove un bambino preferisce spezzare la fame del pomeriggio con un cioccoloso al latte con caramello e yogurt o con una tortina gommosa alla frutta (sempre se la fanno con la frutta), viene lui offerta quindi, la scelta..sul come farsi venire il diabete.

E cosi è per i vestiti, per la tecnologia, siamo liberi di scegliere quello che dicono loro. Ma in tutta questa giostra nota come mercato, ci sono i meravigliosi “alternativi”. Sono quelli che si lasciano riassorbire da mode, precedentemente studiate, in alternativa ad altre secondo loro poco coerenti con i tempi attuali.

E quindi abbiamo la presenza nelle nostre società di gruppi “ghettizzati” che non fanno altro che battersi tra di loro, creando gli ennesimi fronti di confronto (oltre gli inflazionzatissimi destra e sinistra che a loro volta hanno propagini all'interno di questi ghetti) e permettono per l'ennesima volta al sistema di vincere.

C'è un necessario bisogno di ritorno alle origini, di ricreare una Vera coscienza personale che si opponga a quella massificante, che non sia influenzata dai mercati. C'è bisogno quindi di una DECRESCITA...

Christian Basile

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