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sabato 9 aprile 2011

AVANTI UN ALTRO.


La trappola è servita. Nella riunione Ecofin tenutasi a Godollo in Ungheria, l'Eurogruppo (banda di criminali che si fanno fanno chiamare ministri) ha accolto la richiesta di "aiuti" del Portogallo. Dopo l'abbassamento del rating complessivo del Paese e quello delle principali banche dello stesso, era soltanto una questione di tempo.

Immediatamente dopo aver accolto la richiesta, l'Eurogruppo ha invitato il governo di Lisbona a intavolare i negoziati con le altre tre associazioni a delinquere quali la Commissione Ue, la Bce e Fmi per mettere a punto la condanna, pardon, il piano. Esso prevede secondo le prime stime un prestito di 80 miliardi di euro che dovrebbe essere pronto verso metà maggio. Il punto principale in questione saranno adesso le condizioni a cui è subordinato il prestito che non saranno tanto lontane da quelle della Grecia. Ciò vuol dire che peserà tutto sulle spalle della parte più debole ed esposta del popolo portoghese. Secondo il comunicato dei ministri dell'Eurogruppo e dell'Eurofin il piano "dovrebbe includere anche un ambizioso programma di privatizzazioni" oltre all'ormai famosa austerity richiesta da tutti gli altri Paesi Europei. Per l'Italia i vampiri presenti erano Giulio Tremonti (ministro dell'economia) e Mario Draghi (governatore Banca d'Italia).

Dopo la Grecia, l'Islanda, l'Irlanda adesso tocca al Portogallo diventare totale schiavo dell'usura internazionale. Si è usata la scusa di una crisi assolutamente voluta per piegare alla ragione dell'interesse interi popoli europei con la complicità dei governi nazionali, dirette emanazioni di poteri transnazionali. Questo è il modello della loro Europa fatto di banche e popoli da asservire, di rating da tagliare, di guinzagli da stringere. Il rifiuto totale di queste concezioni insieme a quello delle istituzioni di ogni livello che le incarnano e mantengono è l'unica via percorribile per chi non vuole vivere da schiavo. Il destino dell'Europa non è nelle mani di una banca.

Giuseppe Pennestrì

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