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martedì 16 novembre 2010

QUANDO LA NATO CHIAMA.....


La nuova lista della spesa per le missioni italiane di "pace" del ministero della Difesa:
10 nuovi elicotteri militari di soccorso "Aw-139" realizzati da "Agustawestland" (Finmeccanica); nuovi sistemi di puntamento "Ots" per gli elicotteri "A-129 Mangusta" prodotti dalla "Galileo" (Finmeccanica); nuovi missili anticarro "Spike" di fabbricazione dell'israeliana "Rafael"; siluri pesanti per i sommergibili classe "U-212" costruiti da "Whithead Alenia Sistemi Subacquei" di Livorno (gruppo Finmeccanica); 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione con relativo munizionamento prodotto dall'italo-britannica "Simmel Difesa"; un'unità navale della Marina Militare con funzione di appoggio alle forze di incursori realizzata da "Fincantieri"; una rete informatica sperimentale denominata "Defence Information Infrastructure" messa in piedi da "Elsag Datamat" (Finmeccanica) e ciliegina sulla torta un "hub" aereo militare presso l'aeroporto militare di Pisa in grado di: gestire flussi di personale e materiale dal territorio italiano ai cosidetti "teatri operativi" e viceversa, ospitare 30 mila soldati equipaggiati al mese. Il traffico aereo prodotto da questa struttura sarà ovviamente coperto dal segreto militare. Spesa totale per questi nuovi "giocattolini" è di 933,8 milioni di euro, spalmabili in 4-9 anni. Beneficiaria di questa pioggia di denaro sarà soprattutto l'italiana "Finmeccanica".

Mentre una parte dell'Italia affoga nel fango e l'altra è pateticamente interessata a quante escort possa contenere in una notte il letto di Berlusconi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa con le Commissioni Difesa di Camera e Senato siglano un programma di riarmo da un miliardo di euro con l'opportuno silenzio assenso delle "opposizioni" interessate a quali strategie elaborare per le sempre più vicine elezioni.
Leggendo la lista degli armamenti vengono in mente parecchie domande che danno seguito a più profonde riflessioni. Considerando che l'Afghanistan è l'unico fronte che potrebbe spiegare l'utilizzo di questi nuovi mezzi ma che tutti i contingenti stanno almeno ufficialmente lasciando (solo militarmente s'intende) quei territori la faccenda potrebbe essere spiegata in diverse maniere: o "l'exit strategy" è un grande bluff o si stanno preparando nuovi scenari bellici. Osservando come la Nato stia trasformando l'Europa in una grande piattaforma militare e in particolare l'est europeo con il famoso scudo antimissile e l'Italia da nord a sud (vedi anche un altro articolo sulla nostra versione cartacea riguadante la base americana di Sigonella) dove l'hub di Pisa si unisce al vicino "Camp Darby" che farà di quell'area una delle più grandi basi Nato d'Europa, si potrebbe tendere alla seconda opzione, resta solo da capire quando e chi. Seguendo le logiche di mercato per l'approvvigionamento delle risorse energetiche non è neanche tanto difficile capire il chi, potrebbe essere a questo punto l'Iran, usiamo il condizionale perchè nella politica internazionale tutto sembra il contrario di tutto. Ora resta da capire che ruolo dovrebbe avere la serva Italia in questo scenario. Le armi appena acquistate unite ai 131 caccia bombardieri comprati nel 2009, suggeriscono oltre la funzione logistica del territorio italiano, la scelta di una linea di condotta di guerra attiva e non più di semplice supporto. Come premio magari all'Eni sarà permesso di portare a casa un contratto miliardario.

Il fatto che questo programma di riarmo sia passato sotto silenzio lascia spazio a valutazioni anche di tipo più strettamente politico e dimostra come le strategie militari direttamente dipendenti dalla Nato si muovano su una linea che la politica nazionale non può, non vuole e non deve governare. Non è di certo un caso la presenza di ex generali nei due principali partiti italiani o come consiglieri in Finmeccanica. Il silenzio già citato delle opposizioni non è altro che allineamento a questa condotta politica, più o meno marcata a seconda degli scenari politici interni. Molto spesso abbiamo sottolineato l'assenza dello Stato in ciò che è più importante per quello che forzatamente definiamo popolo, nella realtà dei fatti non lo è, ma che invece nell'essere servo di padroni stranieri è presente e puntuale. Come servo riesce benissimo.

Quindi sta tranquillo a te che piace essere definito normale italiano medio. Se innumerevoli aerei militari voleranno sulla tua testa, resta calmo e sorridi, lo fanno per te. Se la tua casa cade a pezzi mentre si spendono milioni per costruire basi con ogni comfort, non ti arrabbiare, lo fanno per il tuo benessere. Se infine un aereo o un missile cadrà per sbaglio su casa tua distruggendola non devi prendertela. Ma devi essere orgoglioso di morire per il tuo "bene".

Giuseppe Pennestrì

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