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domenica 16 maggio 2010

SPAZIO RECENSIONI: STRONGER THAN APATHY Intervista ai Memories Lab (di Marco Sfacteria)



Quando i ragazzi di Costruire Contropotere mi hanno offerto la possibilità di scrivere di musica, non ho avuto dubbi sull’accettare la proposta, in quanto sin da subito ho scorto l’opportunità di dare finalmente voce a tutti quei musicisti che animano la scena underground messinese. Purtroppo per motivi di spazio non ho potuto inserire per intero la mia lunga chiacchierata con Claudio La Rosa e Peppe Ruggeri, rispettivamente batterista e bassista dei Memories Lab, ma spero che dalle poche righe che seguono vi sia possibile cogliere la passione e la volontà che animano questi ragazzi nel portare avanti i propri progetti.

Ragazzi, cominciamo col presentare i Memories Lab I Memories Lab si sono formati alla fine del 2000, inizialmente come gruppo cover Prog Metal e Power Metal, finchè non ci siamo stancati di fare solo pezzi altrui e ci è venuta voglia di fare pezzi nostri. Nella formazione originaria eravamo io (Claudio La Rosa), Giovanni Girone, Peppe Ruggeri, Frank Martino e poi Antonello Bruto. Dopo un paio di demo Antonello e Frank sono usciti dal gruppo, abbiamo sostituito Frank con Filtro e ci siamo di nuovo messi alla ricerca di un tastierista, finchè non abbiamo trovato Ciccio Forestieri in arte Terence. Trovata finalmente la stabilità necessaria siamo riusciti ad incidere il nostro primo disco, Stronger Than Hate, uscito nel gennaio 2009, pubblicato con l’ Imago Sound e distribuito con le licenze Creative Commons.

Per quanto riguarda i responsi della critica? I responsi della critica sono stati abbastanza positivi, infatti ci hanno riconosciuto un sound originale lontano dal solito prog che si rifà ai Dream Theater, capiscuola del genere. Il nostro disco è stato Top Album su Benzoworld e Eutk, due webzine abbastanza di rilievo e abbiamo avuto buone recensioni pure all’estero.

Mi vuoi parlare della vostra associazione? Certamente! Come Imago Sound siamo nati nel 2008, ci siamo assestati organizzando alcuni eventi live. Nel 2009 abbiamo cominciato a produrre dischi, come quello dei Tiresia, l’ep dei Blind Violet ed il nostro stesso album. La Imago Sound è produzione musicale a tutti gli affetti, dalla sala prove fino alla produzione di dischi e all’organizzazione di concerti. La cosa importante è creare un circuito live e lì vendere i cd; il problema è che è pesante, e difficile far valere qualcosa nel mondo d’oggi, promuoverla, pubblicizzarla.

Voi avete adottato la politica delle licenze Creative Commons. In cosa constistono? Le licenze Creative Commons sono nate in America nel 2001 dalla necessità di un artista in generale di esser legalmente l’unico a gestire i propri diritti d’autore. Come in Italia c’è la SIAE, anche nel resto del mondo ci sono le società che gestiscono i diritti d’autore. Alcune di queste sono più flessibili altre meno. In alcuni paesi si è riusciti a far convivere queste società assieme alle licenze Creative Commons. Questo in Italia non è possibile perché la SIAE è un monopolio, un impero mafioso. Con la SIAE tu hai i diritti di autore ma non li gestisci. Chi vuole utilizzare un tuo brano deve chiedere alla SIAE e pagare la SIAE, la quale poi decide che percentuale darti. È come una cosca mafiosa che gestisce le cose per te.

Ma se poi la SIAE ti dà la tua quota, c’è comunque un ritorno economico? Purtroppo non è così! Quando un locale passa musica, non fa l’elenco dei brani che passerà, paga semplicemente un forfettario. Dopodiché la SIAE dividerà quei soldi tra gli artisti che in quel momento vendono di più.

Invece con le licenze Creative Commons? Intanto con la Creative Commons si decidono i tipi di licenze che si vogliono applicare. Puoi decidere di metterlo in download gratuito, ad esempio sul sito jamendo.com, una sorta di I-tunes per musica libera con Creative Commons, che è una vetrina che permette ad un gruppo emergente di avere visibilità, farsi conoscere e farsi ascoltare da un grande numero di persone.

Ma in questo caso i diritti dell’autore chi li difende? In realtà non c’è bisogno di difendere i diritti, è una leggenda metropolitana quella secondo cui la SIAE ti tutela mentre nessun altro mezzo lo può fare. L’aspetto negativo della Creative Commons è che non guadagni in percentuale sui passaggi della tua musica, non hai il ritorno economico ma almeno puoi decidere tu come farti conoscere e hai sicuramente una maggiore visibilità.

Per concludere, un saluto alla tua città Non saluto nessuno, mi da fastidio questa città! Vorrei solo che mi si spiegasse perché non c’è nessuna partecipazione quando si tenta di fare qualcosa di utile.

Contatti

http://www.myspace.com/memorieslab

http://www.imagosound.com/

http://www.creativecommons.it/

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