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mercoledì 30 gennaio 2013

Libri di testo, studiare è un piacere, ribellarsi un dovere

Siccome non sanno più come ulteriormente massacrare le famiglie italiane colpendole con tasse e gabelle, alcune visibili altre meno visibili ma tutte sempre rigorosamente attuate, hanno pensato bene, ma diffondendo poco la notizia, di spostare al 2017 la data di entrata in vigore del servizio relativo ai libri scolastici attraverso i sistemi telematici, che avrebbe aiutato e non poco molti nuclei familiari che ogni anno sono costretti a sborsare migliaia di euro per mandare i propri figli a scuola(DIRITTO ALLO STUDIO?). Come è noto, mediamente vengono spesi oltre cinquecento euro per corso di studio in libri scolastici, che gravano notevolmente su ogni bilancio familiare. Ora questa imposizione, così come altre, è veramente disgustosa soprattutto di questi tempi e il provvedimento sopraccitato avrebbe in una qualche misura alleviato questo peso, ma no! Anzi al contrario prolunghiamo le sofferenze e le difficoltà in ossequioso rispetto delle lobbies editoriali e didattico-ministeriali, alle quali poco importa se magari si rinuncia a tante cose, forse più importanti, pur di rispettare gli acquisti forzosi di quelli che, più che libri, sono ormai dei manualetti per pappagalli ammaestrati. Scriviamo di questo con un duplice senso di rabbia che proviene da tutto ciò che ci circonda, lungi da noi lo scagliarsi contro il libro cartaceo, anzi riteniamo sia sempre importante e vada incentivato l'amore per la lettura e la conoscenza, che riteniamo formativa e liberatoria, ma non riteniamo giusto che solo cambiando poche righe di anno in anno su un testo che è sempre uguale bisogna per questo pagare un dazio spropositato ai "mercanti di parole", tanto vale avere libero accesso alle informazioni telematiche e ...risparmiare. Del resto un ragazzo può, di suo e altrove e forse meglio, anzi sicuramente meglio in questo momento, curare i propri interessi di crescita culturale, vuoi per la carenza appunto dei testi, vuoi per la situazione in cui versa tutto il sistema scolastico nazionale, per cui perchè mettere le famiglie in questa offensiva situazione? Non è giusto giocare con le speranze della gente, perchè di questo si tratta. Nonostante tutto quanto di negativo il sistema politico oggi offra, ancora ci sono persone che hanno il diritto di credere in un futuro per i loro figli e, ancora, questa maniera di "risolvere i problemi" traccia un ulteriore solco, ancora più indecente, tra chi ha e chi non ha. Cosa davvero grave, perchè l'intelligenza e lo studio non si misurano con il denaro, i sacrifici e la dedizione sono in antitesi con l'arricchimento. Ma questo lo capiamo con maggiore attenzione in quanto in una società permeata di cancerosi concetti liberal-capitalistici è ovvio che il diritto alla cultura ha un prezzo e non deve essere di tutti (c'è stato un tempo in cui abbiamo sognato di non dovere tornare su questi argomenti, ma il regresso attuale ci costringe a dissotterrare....asce). Capiamo un poco meno l'atteggiamento di chi paga questo scotto, la narcosi prima o poi finisce, tranne casi di perenne letargia e quindi ci auguriamo che dal prossimo anno nessuno studente si presenti dal primo giorno con libri di testo obbligatori, ma porti in classe vecchi alfabetieri della nonna (utili anche per chi sta in cattedra), racconti fantastici e pieni di avventure, libri di armi e di amore e li discuta con chi gli siede davanti, dando e ricevendo, si eviterebbe di fare disamorare i giovani che forse potrebbero anche ri-trovare il gusto di ribellarsi davanti alle ingiustizie.
                                                                                             A presto, Antonio!

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