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sabato 6 ottobre 2012

TEHERAN E I "NON ALLINEATI"




Negli ultimi giorni di agosto si è tenuto il vertice del Movimento dei Non Allineati. Organizzazione nata ufficialmente nel 1961 sulla spinta dell'allora presidente della Yugoslavia Tito, dell'Egitto Nasser e dell'India Nerhu. Lo scopo era di smarcarsi dal dominio e dalle ingerenze delle politiche imperialiste delle maggiori potenze e il rifiuto di rimanere intrappolati nella politica dei due blocchi che si affrontavano nello scenario della guerra fredda. Ad oggi aderiscono 120 Paesi.

Ad attirare l'attenzione di Stati Uniti e dell'immancabile Israele non è tanto lo svolgimento del suddetto vertice ma il luogo dove esso si è tenuto. Per l'incontro del 2012 la città scelta è stata infatti Teheran, e sarà ancora l'Iran a tenere la presidenza del movimento fino al 2015.

Le preoccupazioni di Washington e Tel Aviv, e quindi dei loro servi, sono tali da spingere il Dipartimento di Stato USA a "chiedere" al presidente egiziano Mohamed Morsi e a Ban Ki- Moon, Segretario Generale ONU, di non partecipare. Preoccupazioni che nascono tutte dalla presenza iraniana a tale vertice. 

Innanzitutto questo può rappresentare una piccola crepa nella politica di isolamento che da tempo subisce l'Iran  dando a quest'ultimo l'occasione di stringere rapporti diplomatici per aggirare gli ostacoli della politica atlantista e di affrontare la crisi siriana senza il peso diretto dei colossi "occidentali".

La presenza del presidente egiziano Morsi è stata un'altra fonte di "disagio" per la politica USA, in quanto è significativa per il miglioramento dei rapporti fra Teheran e Cairo dopo l'era Mubarak, ma l'Egitto è ancora troppo imbrigliato nelle rete dei suoi finanziatori- Qatar e FMI su tutti- perchè Morsi possa compiere un passo decisivo in questo senso.

C'è da chiedersi quanto oggi questo movimento abbia un reale peso nella politica internazionale e quale sia la sua effettiva credibilità. Domanda che sorge istintivamente nel momento in cui si dà uno sguardo alla lista dei paesi appartenenti. 

Se l'Arabia Saudita o il Qatar, giusto per fare qualche esempio, fanno parte di un movimento di "non allineati" va da sè che qualcosa forse va rivista. Se il NAM che oggi rappresenta la seconda più grande organizzazione dopo l'asservito ONU vuole essere l'alternativa libera dai giochi delle solite superpotenze  deve sforzarsi di fare chiarezza sulla propria struttura e sugli obiettivi da perseguire. 

La presidenza iraniana potrebbe portare un vento di rinnovamento per i "non allineati" traghettandoli nel 2012, ridando quindi nuovo vigore e importanza a tale movimento in una visione reale di co-esistenza tra paesi e popoli che vada oltre la pur sacrosanta difesa del proprio territorio. Il dubbio se mai è se questo lo si vuole davvero. 

Se dei paesi di solito inascoltati si sono incontrati per dialogare nella Teheran di oggi, di certo è un avvenimento positivo. Che questo a Stati Uniti e Israele piaccia o no.






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