Negli ultimi giorni
di agosto si è tenuto il vertice del Movimento dei Non Allineati.
Organizzazione nata ufficialmente nel 1961 sulla spinta dell'allora presidente
della Yugoslavia Tito, dell'Egitto Nasser e dell'India Nerhu. Lo scopo era di
smarcarsi dal dominio e dalle ingerenze delle politiche imperialiste delle
maggiori potenze e il rifiuto di rimanere intrappolati nella politica dei due
blocchi che si affrontavano nello scenario della guerra fredda. Ad oggi
aderiscono 120 Paesi.
Ad attirare
l'attenzione di Stati Uniti e dell'immancabile Israele non è tanto lo
svolgimento del suddetto vertice ma il luogo dove esso si è tenuto. Per
l'incontro del 2012 la città scelta è stata infatti Teheran, e sarà ancora
l'Iran a tenere la presidenza del movimento fino al 2015.
Le preoccupazioni di
Washington e Tel Aviv, e quindi dei loro servi, sono tali da spingere il
Dipartimento di Stato USA a "chiedere" al presidente egiziano Mohamed
Morsi e a Ban Ki- Moon, Segretario Generale ONU, di non partecipare. Preoccupazioni che nascono tutte dalla presenza iraniana a tale vertice.
Innanzitutto questo può
rappresentare una piccola crepa nella politica di isolamento che da tempo
subisce l'Iran dando a quest'ultimo
l'occasione di stringere rapporti diplomatici per aggirare gli ostacoli della
politica atlantista e di affrontare la crisi siriana senza il peso diretto dei
colossi "occidentali".
La presenza del presidente egiziano Morsi è
stata un'altra fonte di "disagio" per la politica USA, in quanto è
significativa per il miglioramento dei rapporti fra Teheran e Cairo dopo l'era
Mubarak, ma l'Egitto è ancora troppo imbrigliato nelle rete dei suoi
finanziatori- Qatar e FMI su tutti- perchè Morsi possa compiere un passo
decisivo in questo senso.
C'è da chiedersi
quanto oggi questo movimento abbia un reale peso nella politica internazionale
e quale sia la sua effettiva credibilità. Domanda che sorge istintivamente nel
momento in cui si dà uno sguardo alla lista dei paesi appartenenti.
Se l'Arabia
Saudita o il Qatar, giusto per fare qualche esempio, fanno parte di un movimento
di "non allineati" va da sè che qualcosa forse va rivista. Se il NAM
che oggi rappresenta la seconda più grande organizzazione dopo l'asservito ONU
vuole essere l'alternativa libera dai giochi delle solite superpotenze deve sforzarsi di fare chiarezza sulla
propria struttura e sugli obiettivi da perseguire.
La presidenza iraniana
potrebbe portare un vento di rinnovamento per i "non allineati"
traghettandoli nel 2012, ridando quindi nuovo vigore e importanza a tale
movimento in una visione reale di co-esistenza tra paesi e popoli che vada
oltre la pur sacrosanta difesa del proprio territorio. Il dubbio se mai è se
questo lo si vuole davvero.
Se dei paesi di
solito inascoltati si sono incontrati per dialogare nella Teheran di oggi, di
certo è un avvenimento positivo. Che questo a Stati Uniti e Israele piaccia o
no.
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