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lunedì 9 luglio 2012

NATURALMENTE DIVERSI


Tra le tante ipotesi che tentano di spiegare cosa sia di fatto l'uomo ne emerge una che ci svela una caratteristica fondamentale: " L'uomo è un animale sociale".
 L'essere "sociale" dell'uomo implica l'esistenza di un istinto in lui connaturato: cercare altri simili e relazionarsi ad essi. 

La condivisione delle relazioni nasce per il singolo individuo a partire dal contesto familiare. Il bacino si arricchisce poi con le relazioni "al di fuori" nel contesto sociale. Ogni individuo dunque da sempre abituato a vivere con i suoi simili rifiuta la solitudine se prolungata proprio perché per natura ha bisogno di vivere con altri individui, ciò fa dunque parte della sua indole. Nel relazionarsi si rende conto che gli altri differiscono da lui per comportamenti, pregi e difetti,in sostanza, si rende conto della diversità altrui.

 Forse sarà partita da questa constatazione, l'aggregazione tra uomini affini per modo di pensare e comportamento che ha portato alla formazione di classi sociali e delle prime barriere fra gli individui. 

Una fra le classi, formata da pochi individui, decise di piegare le altre alla sua volontà, la classe è chiamata infatti dominante. Nel corso della storia si è ciclicamente assistito a conflitti tra "i pochi uguali", i capitalisti e i "molti diversi" il popolo. 

Movente di tutto il dio danaro, che crea la "disuguaglianza" tra chi ne è più fornito e tra chi ne è meno fornito. 

Nella società odierna sembra che tutti siamo assopiti. Non vogliamo più vedere quello che ci fa male. Abbiamo accolto la disuguaglianza sociale nelle nostre case soprattutto nelle nostre menti. Camminiamo coi paraocchi e iniziamo a pensare di più al nostro tornaconto, visto che nessuno è più tutelato ed esporsi per difendere i propri diritti spesso non conviene. 

Questo modo di pensare è segnato dalla paura e dall'assurda concezione che le cose non cambino. Il cambiamento esiste perché si trova dentro ogni uomo che segue la propria coscienza. 

Non dimentichiamo che una società civile non può essere definita tale se al suo interno permane la disuguaglianza. La nostra naturale diversità non può essere calpestata perché è la nostra forza , ci predispone al cambiamento, annulla la possibilità di ristagno ideologico.
  
"L'individuo deve essere concepito come membro della società, come organo attivo della volontà collettiva, nella sua esistenza particolare, nel suo "essere così" . Nessun privilegio sociale può essere concesso a un singolo come tale o a una classe speciale. " (So-Sein).

Maria Francesca Spadafora

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