Impossibile resistere al richiamo della scrittura dopo questa nottata. Il movimento ribellista siciliano, Forza d'Urto, da cinque giorni ormai occupa giorno e notte lo svincolo autostradale di Villafranca Tirrena; ieri sera ho voluto dare il mio supporto agli autotrasportatori in protesta. E' stata la prima volta che ho avvertito nell'aria il vero disagio sociale, la vera paura del presente e il terrore del futuro. Al mio arrivo ho trovato una situazione sotto controllo, l'area occupata era amministrata come una piccola comunità: chi si accingeva ad accendere un fuoco per far riscaldare i vecchi lavoratori in pensione, comunque sul luogo per dar forza e coraggio alle nuove leve, altri che provvedevano per la cena, altri muniti di giubbino catarifrangente e bandiere siciliane in pugno, occupavano parlando tra di loro, le corsie autostradali al solo scopo di rallentare il traffico e ottenere cosi visibilità; le forze dell'ordine presenti, anche loro avevano tessuto ormai, dopo giorni di "convivenza" coi manifestanti, rapporti di natura umana, che li portavano a condividere, in un clima conviviale un panino con la salsiccia e un bicchiere di vino. Così con tre cari amici abbiamo deciso di mescolarci al gruppo in protesta, documentare con una telecamera l'evento, ma soprattutto condividere con i lavoratori questo momento di disagio.
La genuinità della situazione ci ha fatto subito capire che non ci può assolutamente essere collusione tra la mafia e i movimenti dei manifestanti, né con la politica partitica. Tutti ragazzi appena sopra la ventina e padri di famiglia tra i quaranta e i sessant'anni, gridavano a gran gola davanti la nostra camera i loro problemi. Primo fra tutti il caro benzina. Ci hanno spiegato, dati alla mano, quanto costa il trasporto di un bene "X" tra Messina e Milano andata e ritorno, circa 3000 euro traghettamento escluso; una cifra esorbitante, dove la voce maggiore della nota spese, è occupata dal carburante. Chiedono perciò un prezzo agevolato di categoria per il combustibile e una riduzione dei prezzi di traghettamento, al solo scopo di poter essere nuovamente concorrenziali sul mercato. Chiedono le dimissioni del presidente della regione Lombardo, il quale viene incolpato di aver tradito la sua gente, di non aver dato la giusta eco ai problemi di allevatori, agricoltori, pescatori e autotrasportatori, già da tempo in crisi; pretendono inoltre l'attuazione dello statuto siciliano che riconoscerebbe la Sicilia regione autonoma. La paura di trovarsi soli a combattere cresce giorno dopo giorno, lasciando spazio allo sconforto. Rinnovano infatti, durante le riprese, gli inviti alla popolazione a sostenere le loro battaglie, tutti uniti, perchè facenti parte tutti di una grande catena. Capiscono il disagio che stanno arrecando alla loro gente, e ne sono profondamente dispiaciuti, ma è l'unico modo per attirare l'attenzione di chi ci governa!
Noi da canto nostro ci siamo limitati ad ascoltare e ovviamente condividere molti loro punti di vista, questo ci spingerà anche oggi e nei giorni a seguire a dare il nostro piccolo supporto e far capire che non sono soli.
Christian Basile
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