Archivio blog

giovedì 26 maggio 2011

LA LITANIA DEL "MALE NECESSARIO" COME STRUMENTO DEL POTERE


Che la crisi sia diventata un “casus belli” contro la sovranità nazionale di tutti gli stati europei e, soprattutto, contro quel poco che di “sociale” era rimasto in essi sembra cosa ovvia. In poche parole tutte le malefatte che da sempre i governi neocapitalisti compiono, o alcuni casi cercano di compiere, appaiono oggi giustificate e necessarie a causa dell’imperante crisi che è stata condizionata, causata e pilotata non dal sistema produttivo in quanto tale quanto dalle speculazioni finanziare che girano intorno ad esso.

Dopo questa breve premessa, facciamo il punto dell’evoluzione di tale crisi. Iniziamo con una buona notizia: gli islandesi chiamati per la seconda volta alle urne referendarie per esprimersi sulla richiesta di risarcimento di Paesi Bassi e Gran Bretagna - per il fallimento della Icesave Bank, che trascinò con sè migliaia di risparmiatori di quei due paesi – si sono nuovamente espressi in maniera chiara: il 60 % circa di “No” deve leggersi come “non spetta al popolo pagare i danni causati dalle speculazioni bancarie, private”.

Non finisce ovviamente cosi. Di storie che finiscono bene, soprattutto in campo finanziario, non ce ne sono mai state. Infatti ecco piombare una decisione dall’alto: a dire l'ultima parola sarà l'Autorità di vigilanza dell'Efta, che non sarà di certo dello stesso parere degli islandesi considerando le sue ripetute pressioni già all'indomani del primo referendum(marzo2010).

Oltre ad essere schiacciati dagli organismi internazionali nominati e non eletti, la minaccia proviene anche dagli unici Paesi a cui la crisi ha solo graffiato lo scudo fatto, di sicuro, di crimini contro l'umanità, ingiustizie sociali e politiche liberticide. Stiamo parlando, ovviamente, della Cina capital-comunista. La Cina nel giro di due anni ha praticamente comprato tre Paesi -spartendosi il bottino con il Fondo Monetario Internazionale- e impoverito le casse virtuali dell'Unione Europea che, a fondo perduto, ha finanziato manovre di cui saranno beneficiari solo gli asiatici.

In un solo giorno in Grecia la Cina, nel giugno 2010, ha siglato 14 accordi commerciali che hanno sottratto agli ellenici grandi parti del sistema produttivo interno tra cui la flotta commerciale –che da sola rappresenta 1/5 di quella mondiale- e l'operatore di telecomunicazioni nazionale oltre, soprattutto, all'acquisto di titoli di Stato con cui esercitare pressioni sulla politica interna economica e non solo.

Il “modello greco” è ormai quello preferito dalla Cina nel suo shopping europeo come dimostra il fatto che lo stesso copione è stato utilizzato per l'acquisto di Spagna e Portogallo. Lo schema si ripete, Paesi in caduta libera con disoccupazione, inflazione e politiche di austerità (!) per sopperire ai danni della onnipresente crisi del 2008: ecco allora sopraggiungere dapprima le minacce di esclusione dall'Ue, poi interventi finanziari a pioggia, ma soprattutto con interessi altissimi, da parte di Fmi e Ue e, in un secondo momento, dopo aver preventivamente liberalizzato tutto quel che rimaneva di pubblico, la Cina che acquista i settori chiave dell'economia interna.

Ecco come ottenere un Paese ubbidiente ai dettami di politica finanziaria internazionale, docile nei confronti di Paesi che si macchiano di crimini di ogni specie, asservita al suo interno a logiche liberiste e di ingiustizie sociali (come tagli all'istruzione, alla ricerca e ai servizi sociali ) spacciate come “necessarie in un momento di crisi”.

Se stai pensando che tutto ciò non ti riguarda vivendo in Italia, inizia ad informarti sulle ultime iniziative del tuo governo (privatizzazione dell'acqua, tagli alla ricerca, all'istruzione, disoccupazione, inflazione, debito “pubblico” alle stelle..) e considera che la Cina ha gia acquistato il 13% del tuo debito pubblico nonché varie aziende. Il “modello greco” , come vedi, è gia in corso da parecchi anni. Il prossimo Paese a crollare, sarà il tuo.

Marco Masulli.

Nessun commento:

Posta un commento