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lunedì 3 gennaio 2011

Tu vuò fà l'americano


La storia si ripete, anche se stavolta era previsto quello che sarebbe successo. Siamo a Mirafiori, stabilimento torinese della fiat e assistiamo all’ennesima negazione di diritti, tra balletti di politici che da destra a sinistra si preoccupano di difendere Don Marchionne. E certo, per chi è convinto di vivere in uno Stato di diritto, tutto ciò non può che comportare qualche dubbio e un po’ di confusione. Cosa succede? Si continua con la linea, inaugurata a Pomigliano d’Arco, del palese superamento di qualsiasi riconoscimento di garanzie al lavoratore che non sia voluto dai suoi superiori. Dal caso Pomigliano i lavoratori sono usciti zoppicanti in seguito al risultato di un referendum osteggiato dal 40% di essi (è la dura legge della maggioranza..!) mandando giù il boccone amaro della lesione dei loro “diritti” (briciole considerate importanti), dalla malattia, allo sciopero, ai turni di lavoro, agli straordinari.
Era ben comprensibile come questo volesse essere un banco di prova per dare avvio ad una politica nuova, con un’unica parola d’ordine: “produrre”, non importa con quali costi umani.
Ora ci sarà un altro referendum, questa volta a Torino, per legittimare negazioni ancora più incisive e che molto probabilmente passerà, perché ancora una volta gli operai si trovano tra l’incudine e il martello, ancora una volta la scelta è tra fame e sfruttamento. Sul tavolo abbiamo da una parte un investimento da un miliardo di euro per la realizzazione di suv con i marchi Alfa-Chrysler e maggiori garanzie di governabilità; dall’altra nessuna retribuzione per i primi giorni di malattia; turni che, se necessario possono arrivare a 10 ore; riduzione delle pause di 10 minuti; triplicazione degli straordinari, passando dalle attuali 40 a 120 ore annuali. Non è finita, la fiat di Marchionne esce da confindustria, quindi cambierebbe anche il sistema di rappresentanza sindacale; chi non firma l’accordo non avrà più rappresentanza, traduzione:fuori la fiom, mentre restano i sindacati firmatari, ossia Fim, Uilm, Ugl e Fismic! Ancora, si fa un passo indietro di 17 anni perché scompaiono anche le rsu, cioè le rappresentanze elette dai lavoratori, mentre restano le rsa, nominate dai sindacati firmatari dell’accordo.
Queste ultime vicende ben dimostrano dov’è capace di arrivare un sistema che si fonda esclusivamente sul profitto, che va ad incidere non solo sull’assetto economico e sulla produzione di ogni società e di ogni Stato ma anche sulle scelte politiche e quindi sulla vita stessa di ognuno. Dimostrano chiaramente qual è la logica che sta alla base non solo di una politica come quella di Marchionne ma di un sistema globalizzato come quello in cui viviamo. Non sarà mai tardi se un giorno riusciremo a prendere coscienza di cosa siamo e di cosa ci hanno fatti diventare.

Vincenza Bagnato.

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