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sabato 11 dicembre 2010

TRA VECCHIUME E FALSE NOVITA'.


A scandire il ritmo di un'era così infame quanto quella odierna è la classica miserabile giornata della politica italiana. Un presidente del Consiglio in preda al più classico shopping natalizio cerca di comprare più voti possibili per "sopravvivere" ad una fiducia che un degno Popolo non gli avrebbe mai affidato.Così attaccanti e difensori si scontrano in un terreno tutto loro per contendersi il "corpo" mal ridotto di un Paese incapace, per inettitudine o interesse, a reagire. Con una Procura,quella di Roma,che ogni tanto "osa" mettere il naso negli affari parlamentari. Se oltre il naso mettesse anche gli occhi e un minimo di volontà probabilmente si scoprirebbe qualche malefatta in più. Altro fresco materiale con cui fare abbaiare Di Pietro e la sua fumosa ciurma. Intanto c'è chi gioca su tutti i tavoli possibili cercando la via più breve per la poltrona, maestro di tale strategia non può essere che Fini con il suo "Fli" con le mani nei suddetti tavoli e le orecchie tese ad attendere un ordine da altri mari.

Nelle regole non scritte di questa politica anche quella che coraggiosamente viene definita opposizione ha il suo studiato ruolo. Nel "PD" sempre più schiavo del D'Alema pensiero arriva il momento di alzare un pò la voce, di rispolverare quella falsa idea di novità manifestando per le strade di Roma che fortunatamente nei secoli addietro vide figure più importanti e degne percorrere le sue vie. Può capitare quindi che il cavaliere, dalla tristissima figura Bersani, si ponga come la soluzione e la via d'uscita dai molteplici disastri che flagellano l'Italia da nord a sud mentendo così spudoratamente a se stesso e agli altri.

A completare il quadro ci pensa il presidente della Repubblica Napolitano ammettendo che l'Italia è in un brutto momento. Parole che marcano ancora di più la differenza fra una classe politica indifferente e la gente comune per la quale quel momento spesso dura da una vita.

Ecco una classica miserabile giornata della politica italiana che fortunatamente volge al termine.

Giuseppe Pennestrì

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