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mercoledì 6 ottobre 2010

HIGH OCTANE CAPITALISM AHEAD


Accade che da qualche mese nei giornali e sulle televisioni nazionali si affollano notizie riguardanti prima mignotte (pardon escort!) che “se la fanno” con politici e che conducono ad inchieste, ricatti e richieste di dimissioni varie e ora case svalutate o scandali di parenti e amici con le solite inchieste, ricatti e richieste di dimissioni. Accade però anche che non solo da qualche mese, ma da parecchi anni, qualcuno a queste trappole mediatiche proprio non “abbocchi”. Ma accade anche altro, e cioè che, approfittando del caos politico attuale, qualcuno cerchi di potersi presentare al nostro cospetto come garanzia di ordine e serietà costituendo addirittura un nuovo partito. Al calo di credibilità politica dei soliti pupazzetti di Palazzo, il sistema cerca a modo suo di reagire. Non crediamo, tuttavia, si tratti meramente di una manovra partitica o elettorale, riconducibile cioè alla solita corsa alle poltrone e alla leadership per scopi personali o di fazione. Pensare solo ciò, oltre ad essere ormai dato per scontato, sarebbe banale. Riteniamo invece che la manovra finiana vada inserita nel quadro di un progetto mirante alla costituzione in Italia di quella destra – liberalnazionale - conservatrice che Berlusconi non è stato in grado di creare nel nostro Paese, andando così contro la direzione indicata dai grandi impianti di potere internazionali. Non è un caso che dall’euforia generalizzata della grande finanza mondiale all’indomani dalla presa del potere di Berlusconi, si sia passati oggi ad attacchi mediatici diretti allo stesso mediante grandi testate giornalistiche (vedi espressione mediatica di poteri politici ed economici) come il Times – storico portavoce del conservatorismo che lo dipinge come “clown”– o il Wall Street Journal che già dal 2008 si era detto “deluso dalle politiche economiche” berlusconiane. Certo, i grandi economisti non avevano fatto i conti con il popolo italiano e le sue strane idolatrie. Considerando, dunque, che Berlusconi non può essere fatto cadere dal centro-sinistra non rimaneva che il tentativo di eliminarlo da destra. Non con rotture drastiche, avendone avuta la possibilità con il voto di fiducia, ma con una lenta azione interna. Che l’obiettivo reale di Fini sia costituire una destra adeguata alle intenzioni della finanza internazionale è poi evidente dai suoi stessi proclami economico-politici e diplomatici espressi mescolandoli sapientemente alla retorica anti-berlusconiana, necessaria per coprire il reale intento. Credere alla genuinità del giustizialismo finiano dopo un decennio di alleanza politica e di governo con Berlusconi è veramente da sprovveduti!
Accade che, però, nel frattempo c’è un Paese che muore. Iniziando dalle fredde statistiche notiamo le previsioni funerarie per un capitalismo in crisi. Il tasso di disoccupazione aumenterà nel 2010 di un punto percentuale, nei primi 3 mesi del 2010 si era già passati dall’8,7% del 2009 al 9,1%...in tre mesi! Dai nuovi dati sappiamo che ci sono più licenziati che assunti, con una differenza tra i due valori di 178.390 posti. Ma questo attiene alla statistica. Il Paese muore veramente, e lo dimostra la cronaca che ci porta agli occhi qualcosa come 11 suicidi nel Nord-Est di piccoli imprenditori e artigiani in 16 mesi e, negli ultimi mesi, di precari che disperati per un futuro senza certezze o con la certezza di essere senza futuro si gettano nel vuoto dai palazzi della propria facoltà, o dai finestrini di treni in corsa o si sparano direttamente in petto. Queste sono storie con nomi e cognomi.
Dopo aver distrutto le nostre menti con decenni di falsi miti di benessere e progresso, ci stanno togliendo la voglia e la possibilità anche semplicemente di vivere .
Quando il popolo prenderà coscienza del fatto che non può sperare in una soluzione proveniente dal sistema stesso e cercherà il suo riscatto altrove, ci troverà al suo fianco.

Marco Masulli

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