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lunedì 28 giugno 2010

Uomini di carta

Guardiamo con attenzione ai fatti di Pomigliano, dove l’accordo che permette a quei lavoratori di continuare a lavorare fa pagare cara l’assenza per malattia, va ad intaccare il diritto di sciopero, ad aumentare il ricorso agli straordinari e i ritmi di lavoro. Un accordo inaccettabile, che pure quei giovani senza un futuro alternativo e quei padri con una famiglia alle spalle, sono stati costretti ad accettare. Ma l’assurdità delle condizioni imposte risulta evidente dal risultato referendario che, contro le aspettative dei vari Marchionne, ha raggiunto quasi il 60% dei consensi; gli altri hanno strenuamente difeso la loro dignità di uomini e lavoratori, anche al prezzo di perderlo quel lavoro che permette loro di andare avanti.
Un accordo inaccettabile, ma non così tanto incompatibile con la realtà in cui viviamo. Analizziamola meglio.
Un sistema economico basato su un vero è proprio libero mercato non va... ormai è chiaro a tutti da tempo. Ma un'economia capitalistico-liberale era troppo allettante, a nulla rilevando il fatto che si trattava in realtà di mero sistema oligopolistico! E allora viviamo le conseguenze di un sistema malato alla base, perchè è vero che l'economia è la struttura portante dell’intero assetto politico-sociale. E questo sistema malato ha trovato l’avallo e la tutela più forte, sviluppandosi e rafforzandosi, nelle istituzioni internazionali e nella tanto cara Ue, la stessa che baratta il riconoscimento di diritti umani ‘di carta’ per nascondere un impero non più embrionale fondato sulle banche, su un’economia del profitto, in cui la persona esiste solo come necessario tassello in una grande catena di montaggio. Così si spiega la sete di flessibilità che proprio dall’Europa arriva e che ha costretto gli Stati a misure e provvedimenti irragionevoli, dal lavoro interinale, al part-time, al contratto a tempo determinato, legittimando uno stato di diffuso precariato.
Sorge spontanea una domanda, che coincide con il punto della questione: dov’è la persona?? Ci hanno insegnato e ci ripetono che il diritto (quello moderno) che convenzionalmente va a regolare l’intero sistema sociale, deve necessariamente partire dalla persona e dai suoi bisogni (come effettivamente dovrebbe essere), allora ripeto: dov’è la persona in questo bel sistema? Dove sono i suoi diritti, non quelli sulla carta, non i diritti formali, ma i diritti sostanziali, quelli che effettivamente possono essere esercitati, i diritti inalienabili? Esiste forse un effettivo diritto al lavoro? Un’effettiva tutela del lavoratore? Un’uguaglianza effettiva?
La risposta è che questo sistema non ha al centro la persona, ma un struttura economica da difendere e far sviluppare, non la persona ma l’interesse egoistico al profitto. Pomigliano è la negazione evidente della persona e del lavoratore, l’esempio più forte e palese di una realtà che ha perso i fondamentali, semmai li abbia avuti..
Vincenza.

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