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venerdì 27 gennaio 2012

SEGNALI DA HORMUZ

Le voci di un imminente attacco all'Iran da parte degli USA circolano ormai dal lontano 2003.

Fino ad ora alle parole sono seguite "solo" sanzioni, omicidi mirati di scienziati iraniani da parte di chissà quale servizio segreto (CIA, Mossad o entrambi?) ed altri tentativi più o meno velati di indebolire il fronte interno della Repubblica islamica di Teheran.

Certo è che negli ultimi tempi le relazioni sembrano peggiorare, arrivando alle prove tecniche di una guerra che rischia di sconvolgere tutta l'area medio-orientale e non solo.

Di pari passo nuove sanzioni economiche stavolta dirette contro la Banca Centrale Iraniana, in particolare, e tutte le istituzioni finanziarie riguardanti il commercio di petrolio iraniano. L'Iran si difende da canto suo minacciando di bloccare lo stretto di Hormuz, considerato di fondamentale importanza per il transito di petroliere di tutto il mondo.

Le manovre navali di Teheran nel Golfo Persico concluse con il lancio sperimentale di tre missili non sono passate di certo inosservate agli Stati Uniti che peraltro erano presenti con le proprie navi, e di certo non vogliono essere da meno, preparando con il loro più fedele compagno di massacri, Israele, la più grande esercitazione militare tra i due Paesi.

Il Pentagono infatti in quest'ottica sposterà migliaia di uomini, a tempo indefinito, in Israele e quest'ultima ne approfitterà per testare il proprio sistema di difesa aerea integrato a quello di rilevamento missilistico americano, nonchè svariate batterie missilistiche e nuovissimi sistemi radar.

Ciò che potrebbe rappresentare un freno all'arrogante politica USA-Israele potrebbe essere il ruolo di Russia e Cina che mal sopporterebbero un opzione militare alle porte dei loro confini che rischia di squilibrare i rapporti diplomatici ed economici di tutta la zona. L'ambasciatore russo alla Nato Dmitri Rogozin fa sapere che: "un'azione militare sarebbe una diretta minaccia alla nostra sicurezza". Mentre Pechino dichiara che i rapporti commerciali con Teheran non verranno interrotti.

In questo caso le ultime sanzioni già citate non faranno altro che rafforzare i rapporti Iran-Cina, con quest'ultima in grado di assorbire i barili che per effetto dell'embargo rimarrebbero invenduti.

Può sembrare contraddittorio che ci si prepari ad una guerra in tempi di grave crisi economica -con i tagli peraltro già annunciati da Obama- ma gli Stati Uniti hanno già dimostrato al mondo di preferire bombardare interi Paesi piuttosto che avere un solo ospedale gratuito nel loro territorio.


Certo un'azione militare adesso contro l'Iran sembra più una manovra suicida che una reale strategia risolutiva, considerando anche le conseguenze da terza guerra mondiale che potrebbero scaturire da una simile scelta. Ma la prepotenza americana non ha mai avuto limiti.

Quindi via con la solita retorica di sicurezza e libertà mondiale minacciata dal nemico di turno. E dire che il loro significato di libertà lo conosciamo già: quello di soldati americani che si liberano la vescica sui i loro nemici uccisi. Mentre l'Europa colpevolmente tace.


Da Teheran, Pesh El Enestry

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