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sabato 12 marzo 2011

12 MARZO. SCENDI IN PIAZZA PER I TUOI DIRITTI?


Oggi tutti in piazza a difendere la Costituzione. Siamo convinti che chi manifesta lo fa in assoluta buona fede, perché crede davvero nella necessità di preservare la Magna Charta, che tanti attacchi di recente ha subito. Ma resta un senso di forte disincanto e distacco verso queste rivendicazioni contingenti.

Certo, siamo perfettamente consapevoli che la politica degli ultimi decenni abbia raggiunto dei livelli di bassezza notevoli; dai conflitti d’interessi che la rendono degna dei migliori sistemi propagandistici di ieri e di oggi, alle sue leggi ad personam (o ad personas, riflettendo le abitudini ormai consolidate di una società fatta di amici degli amici), ai continui attacchi ad una magistratura che non si accetta come organo indipendente, fino all’asservimento dell’istruzione ai privati di turno.

Siamo certamente convinti anche dell’importanza che la stessa Costituzione in generale riveste, come carta fondamentale che solennemente sancisce i diritti inalienabili della persona.

Ma allora dove sta lo scetticismo nei confronti di chi oggi manifesta? La nostra disillusione ha delle radici più profonde rispetto alla pur pessima situazione che oggi stiamo vivendo, delle radici che direttamente guardano al significato di quei 139 articoli che rappresentano il pilastro dell’intero sistema.

Uno Stato moderno, come il nostro (e come qualsiasi altro), ha dei caratteri ben precisi, individuabili in un necessario compromesso tra l’interesse economico (che è alla base della sua stessa esistenza; gli Stati riproducono un sistema politico congeniale alla classe borghese) e il benessere collettivo (indispensabile per ingraziarsi le masse).

Considerando che quest’ultimo obiettivo serve solo “a farci stare buoni”, in un sistema che ha priorità diverse rispetto ai bisogni dell’individuo e delle comunità, viene da sé che in gran parte questa tutela sia fittizia.

Tacciateci pure come dietrologi e catastrofisti, ma se vi resta tempo riflettete sull’effettiva difesa della dignità umana (il nostro Stato non prevede la tortura come reato, le condizioni nelle carceri sono vergognose, gli immigrati sono privi di reali tutele..).

Riflettete sulla sovranità, che qualcuno dice appartenervi (e magari fatevi un giro a Terzigno o in Val di Susa o tra Villa San Giovanni e Messina, per avere un’idea di come la gente che lotta contro scempi immani sia totalmente bypassata), ma soprattutto ragionate su come puntualmente siamo pronti a delegare il potere di “regolazione” della nostra vita ad un’oligarchia, che dicono essere nostra rappresentante.

Riflettete ancora su un diritto fondamentale che nemmeno lontanamente è preso in considerazione, quello della casa. Riflettete sull’effettività del diritto al lavoro, del diritto alla salute (con un sistema sanitario da paura, quando non sia gestito dai soliti privati). Riflettete sulla reale applicazione del diritto di uguaglianza.

Riflettete su un elenco interminabile di diritti spacciati come esistenti, sul vostro ruolo di burattini le cui fila sono mosse da altri e con il vostro stesso consenso.
Finchè l’economia continuerà a condizionare la politica e finchè quest’ultima sia delegata, in un’ottica statalista, ad oligarchie, ci sarà poco da difendere una Costituzione asservita a questo sistema.

Vincenza Bagnato.

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